alcuni baristi, infatti, avevano iniziato a servire la famosa bevanda
utilissando un intruglio non bene definito al posto dell'Aperol,
distillato al mandarino nato proprio in città.
Nove baristi sono stati denunciati per frode in commercio dalla Guardia
di finanza perché scoperti mentre somministravano il surrogato del
celebre liquore. I gestori si assicuravano un guadagno elevato, poiché
il costo medio di un liquore di sottomarca è pari a circa il 50-60% in
meno rispetto alla bottiglia di prodotto originale.
Diverse le modalità per ingannare i clienti. C'era il barista che
mesceva lo Spritz attingendo direttamente dalla bottiglia del liquore
"tarocco", e quello, invece, che aveva travasato nella bottiglia
originale di Aperol il falso. Peccato che sul listino la descrizione
dell'aperitivo servito non cambiasse: "Spritz all'Aperol", e di qui è
nata la frode.
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