5 novembre 2011

Si era fatto «cremare», ma taglio e tinta tradiscono la truffa

Aveva ritirato 1,25 milioni di sterline di premio e si era nascosto in
australia con la moglie
Aveva inscenato la sua morte. Ma i giornalisti del «Sydney» lo trovano
dal parrucchiere

MILANO - A tradirlo sono state le impronte digitali che un astuto
detective ha scovato sul suo falso certificato di morte. Eppure per
svariati anni il quarantasettenne Alfredo Sanchez, ecuadoriano,
residente a Farnham in Inghilterra, ha pensato di averla fatta franca e
di potersi godere in santa pace, dall'altra parte del mondo, i soldi
truffati all'assicurazione. Invece nei giorni scorsi è stato
rintracciato e arrestato in Australia dalla polizia locale e adesso,
dopo l'estradizione in Inghilterra, rischia di passare diversi anni in
galera.
LA TRUFFA - L'uomo nel 2005, con la complicità della moglie Sophie,
avrebbe inscenato la sua finta morte durante una vacanza in Sudamerica e
più tardi sarebbe scappato in Australia. La consorte, invece, dopo aver
organizzato la "cremazione" del marito, avrebbe ricevuto 1,25 milioni di
sterline dall'assicurazione, precedentemente stipulata dal
quarantasettenne. Passato qualche mese, assieme ai quattro figli, Sophie
avrebbe raggiunto il compagno che intanto aveva cambiato il suo nome in
Hugo Sanchez e aveva aperto un salone di tatuaggi vicino Sydney. I primi
sospetti di una possibile truffa sono nati dopo che qualcuno ha usato
per diverse volte la carta discount in possesso del defunto nel negozio
di musica dove Alfredo Sanchez lavorava come web designer. La svolta è
arrivata quando gli agenti, analizzando il suo certificato di morte,
hanno scoperto che sul documento c'erano numerose impronte digitali di
Sanchez.
L'ARRESTO - La polizia si è messa così alla ricerca dell'uomo. E, nel
settembre dello scorso anno, ha arrestato la moglie, di ritorno in
Inghilterra per il matrimonio della sorella. La donna, che ha confessato
di aver partecipato alla truffa perché fortemente indebitata, è stata
condannata a due anni di carcere. Ma a quel punto, la polizia aveva
ormai la conferma che Alfredo Sanchez era vivo. Le ricerca si
intensificano, soprattutto n Australia. A scovare l'ecuadoriano, però il
Sydney Daily Telegraph arriva prima degli investigatori. Clementine
Cuneo e Mark Morri, due reporter del tabloid, lo trovano da un
parrucchiere nella periferia della città australiana. Alfredo Sanchez,
che sta facendo taglio e tinta, nega di essere l'uomo ricercato dalla
polizia inglese, nonostante gli assomigli e abbia lo stesso cognome:
«Sono innocente fino a prova contraria - insiste - Non ho fatto niente.
Se mi vogliono, sanno dove trovarmi». La polizia ascolta il suo
suggerimento, lo rintraccia e gli mette le manette. Jim Nicopoulos,
avvocato del finto defunto, ha dichiarato che il suo assistito per ora
sta bene e non si opporrà all'estradizione in Inghilterra

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