8 gennaio 2013
Russia, il cimitero dei boss a grandezza naturale
Erano soliti trascorrere le loro giornate riscuotendo il pizzo, gambizzando coloro che non pagavano e piazzando esplosivi nelle auto dei loro rivali. Ora l'unico ricordo delle gesta dei gangster che componevano le bande criminali russe del 1990 sono le lapidi che li raffigurano a grandezza naturale nel cimitero di Shirokorechenskoye, nella periferia della città russa di Ekaterinburg. I gangster, tutti vittime della criminalità nel mondo degli affari illeciti, sono riprodotte nel granito: in piedi, in abiti firmati e giacche di pelle, fumano sigarette o giocano a carte e esibiscono i loro vistosi tatuaggi. E guardano il visitatore con aria sorridente o severa. Qui riposa ad esempio Miklhail Kuchin, capo della famigerata banda Centralnaya, ucciso a 35 anni mentre usciva di casa. La pietra tombale lo ritrae vestito con un abito a doppiopetto, mentre stringe nella mano le chiavi della sua amata Mercedes 600. Proprio accanto si trovano le tombe dei gangster Nikolai e Andrei Kravtsov, padre e figlio, fucilati dai killer mentre si trovavano nella loro Volvo nel 1996. Avevano rispettivamente 44 e 22 anni. In un enorme tomba, poi, è sepolto Oleg Vagin, accanto alle sue tre guardie del corpo armate: tutti massacrati nel 1992. Un trionfo del kitsch che si coniuga al dolore dei parenti e all'omaggio degli adepti
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