comporta la perdita del posto. Lo ha deciso il Tribunale di Trento
ordinando il reintegro al lavoro di un postino licenziato dopo essere
stato arrestato un anno fa in Trentino durante un'operazione antidroga,
e che aveva patteggiato una pena di un anno e 8 mesi.
I giudici di Trento hanno accolto il ricorso dell'avvocato del postino
contro l'ordinanza del giudice del lavoro che aveva confermato il
licenziamento per giusta causa deciso da Poste Italiane.
Secondo la difesa, il vincolo fiduciario con il datore di lavoro non
poteva giudicarsi violato in quanto l'attività di spaccio avveniva
durante il tempo libero e mai in servizio. I giudici di Trento hanno
accolto questa tesi affermando che «deve applicarsi il principio
generale della irrilevanza dei comportamenti tenuti dal lavoratore nella
vita privata». Il postino, che al momento dell'arresto aveva ammesso di
avere spacciato per pagare il mutuo della casa, dovrà quindi essere
reintegrato al lavoro e avrà diritto a tutti gli stipendi arretrati.
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