25 febbraio 2012

Raggirato su Facebook: la casa si riempe di zingari

Conosce una ragazza su Facebook e inizia con lei una relazione virtuale.
Che, piano piano, si trasforma in qualcosa di più concreto al punto che
i due si danno appuntamento e si incontrano.
In quell'occasione lei gli spiega di avere problemi con l'affitto di
casa e lui si offre di ospitarla temporaneamente.
Risultato? La ragazza arriva prima con un bimbo di pochi mesi, poi con
un ragazzo che presenta come suo fratello e infine con l'intera sua
famiglia.
Una famiglia di nomadi che spodesta l'uomo dalla sua abitazione e
comincia anche a chiedergli soldi, stando almeno alle accuse della Procura.
L'altra mattina davanti al giudice dell'udienza preliminare Silvio Maras
sono comparsi la giovane, Giada Ciarelli di 21 anni e il suo presunto
fratello, Roberto Durdevich di 24 anni, che in realtà è risultato essere
il marito.
L'accusa per entrambi, difesi rispettivamente dagli avvocati Fabio
Venturino e Maurizio Curini, è di circonvenzione d'incapace e di tentata
estorsione.
Secondo gli investigatori Z.L. di 38 anni soffre di un lieve disturbo
mentale: una situazione che avrebbe permesso al «clan» della ragazza di
raggirarlo imponendosi nella sua casa e chiedendogli addirittura del denaro.
Giada Ciarelli, sostiene l'accusa, avrebbe agganciato l'uomo la scorsa
estate contattandolo via Facebook. Tra i due sarebbe nata così una
relazione virtuale che avrebbe portato anche ad un incontro. «Ho
problemi con l'affitto, in questo momento non so dove andare», avrebbe
spiegato la giovane a Z.L. L'uomo, per tutta risposta, le avrebbe
offerto temporanea ospitalità a casa sua. La ragazza si è presentata con
un bimbo di pochi mesi e Z.L., naturalmente, li ha accolti entrambi.
Ma non è finita qui: qualche giorno dopo è arrivato anche un giovane,
Roberto Durdevich, presentato da Giada Ciarelli come suo fratello ma
risultato appunto essere il marito. E poi, alla spicciolata, hanno preso
possesso della casa altri familiari della giovane: 5, a volte 6 persone.
In breve: Z.L. si è trovato in casa un'intera famiglia.
E i rapporti si sono fatti difficili quando Durdevich ha contestato a
Z.L. di aver avuto un rapporto sessuale con la giovane e ha cominciato a
chiedere i soldi per mantenere l'eventuale prole che da quella relazione
sarebbe nata. Z.L. ha trovato infine la forza di reagire e chiedere
aiuto ai vigili urbani di Preganziol:è scattata così la denuncia del
clan che giovedì mattina è comparso davanti al gup.

20 febbraio 2012

Sfascia un autovelox a colpi di bastone: era convinto di essere stato multato

TRENTO - Convinto di essere stato multato più volte per eccesso di
velocità, un automobilista ventisettenne di Tuenno (Trento), alterato
dall'alcol, ha distrutto a colpi di bastone un autovelox montato da poco
dal Comune, situato in val di Non.

Il giovane, sorpreso di notte dai carabinieri di Cles, è stato
denunciato per danneggiamento aggravato. Già due volte in passato era
stato denunciato per guida in stato di ebbrezza, e una volta condannato
dal Tribunale di Trento per lo stesso motivo.

Il nuovo autovelox, del tipo "Speed Check", era stato montato in via
Maistrelli, dove spesso gli automobilisti raggiungono velocità elevate,
fino a 120 all'ora. Ora, con l'apparecchio distrutto, il Comune di
Tuenno è intenzionato a costituirsi parte civile contro l'automobilista
e chiedere il risarcimento danni.

14 febbraio 2012

ACCUSATO DI STUPRO, SI DIFENDE: "HO IL PENE TROPPO PICCOLO"

BULAWAYO - Un uomo accusato di aver stuprato una ragazza si è difeso in
tribunale affermando, come alibi, di avere il pene troppo piccolo. E'
successo nello Zimbabwe, a Bulawayo: protagonista un 34enne, Joel
Ndebele, accusato nell'agosto dello scorso anno di aver violentato la
sua ex fidanzata.
L'uomo, in carcere per altri reati dal dicembre del 2010 e scarcerato ad
agosto, il 7 del mese andò a trovare la sua fidanzata, che nel frattempo
aveva una relazione con un altro uomo. Ndebele le chiese di andare a
casa sua per parlarne, ma davanti al rifiuto, aggredì sia il compagno
che la donna, portando la stessa nel suo appartamento, dove secondo
l'accusa la stuprò per due volte. All'indomani, la denuncia da parte
della vittima, e il processo è in corso. E proprio durante il processo
il 34enne ha stupito la giuria affermando di essere troppo poco "dotato"
per poter avere un rapporto sessuale completo. Il pubblico ministero ha
chiesto alla corte di far visitare l'imputato da alcuni medici per
"verificare" che la versione sia esatta. Nel frattempo il presunto
stupratore resta in carcere.

DISTRUGGONO L'AUTO DELLA RIVALE,13ENNI PREMIATI COL SESSO

LONDRA - Li ha voluti premiare per aver distrutto l'auto dell'amante del
fidanzato. Così Davina Travi, una 42enne madre di cinque figli della
contea inglese di Dorset, ha ben pensato di premiare due ragazzini di 13
e 14 anni con il sesso. L'accordo era chiaro: "Voi le distruggete la
Peugeot 306, io faccio sesso con voi a casa mia, servizio completo".
Questa la ricostruzione della corte, che ha disposto l'arresto della donna.
Del resto pare che alla signorina Davina non dispiacesse affatto
premiare i ragazzi, visto che sono seguite altre visite, dove oltre alle
coccole dispensava loro alcol e sigarette. Il tutto condito da ben 548
tra sms e chiamate altamente hot nel giro di una settimana, facilmente
rintracciabili dalla polizia.

Trova la casa dell'anziana madre invasa dagli amici ubriachi della badante

PADOVA - È convinta che la madre sia in buone mani. Poi la terribile
scoperta. Qualcuno ha abusato della fiducia della famiglia per
trasformare la casa di un'anziana signora in un ritrovo di sbandati. Una
sconcertante storia di degrado e microcriminalità emerge nel quartiere
Santa Rita dal racconto di Nadia Novello, figlia di Adriana Magnolato,
90 anni, residente in via Vergerio 23.

«Venerdì scorso alle 20.45 ho ricevuto la telefonata di un amico che si
trovava vicino a casa di mia madre - racconta ancora agitata Nadia
Novello - mi ha riferito che tre individui sospetti stavano andando a
trovare la badante di mia madre». La figlia, intuendo che qualcosa non
andava, da via Facciolati dove abita, si è recata prontamente a casa
della madre.

«Ho trovato mia madre a letto sedata, due uomini in cucina ubriachi
fradici e una donna, sempre moldava, in bagno seminuda. Ho urlato, ho
detto loro di andare via subito e questi sono scappati». È rimasta in
casa solo la badante, tale Liuba, 54 anni, che lavorava da Adriana
Magnolato da appena un mese e mezzo. «Le ho chiesto cosa stesse
accadendo e lei non è stata in grado di rispondermi. Allora ho chiamato
il 113 e prontamente una Volante è venuta a casa di mia madre. Hanno
interrogato Liuba, poi le ho detto di prendere tutta la sua roba e di
andarsene».

La badante aveva un corrispettivo di 844 euro al mese, più vitto e,
alloggio. Nadia Novello è sconcertata: «Mia madre, già malata, poteva
morire per la dose eccessiva di sonniferi che le hanno somministrato e
per lo spavento che ha dovuto patire venerdì sera. Già da giorni mi
diceva che non le piaceva la badante attuale, dovevo crederle subito».

Le indagini sono ora rivolte ad identificare i tre soggetti moldavi che
hanno gozzovigliato a casa dell'anziana signora. Secondo le prime
indiscrezioni, si muoverebbero nei paraggi. Sarebbero stati visti più
volte in zona in atteggiamenti poco edificanti. Nadia Novello: «Facevo
tutti i giorni la spesa, questa badante mi chiedeva sempre alimenti e
articoli per la casa in eccesso. Ora capisco dove finiva ciò che
compravo. Sono disgustata. E la cosa che più mi ha fatto male - ha
concluso - è vedere il degrado che questa gentaglia ha creato in poco
tempo nell'appartamento dove vive mia madre».

13 febbraio 2012

PRESTAZIONI IN CAMBIO DEL POSTO FISSO

Le offre un posto per 1.300 euro al mese e poi le chiede di andare a letto
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TREVISO - Le offre 1.300 euro al mese e un posto fisso, le chiede che
studi ha fatto ma, poi, passa a domande piccanti, le chiede la misura di
reggiseno, come le piace fare sesso e di andare a letto con lui.

E' la storia di una 29enne alla ricerca di un posto di lavoro e
dell'ennesimo colloquio finito con una richiesta di andare a letto con
il manager in cambio di un posto fisso.

La denuncia pubblica di quanto accaduto la racconta la stessa giovane
sulle pagine del Gazzettino. Racconta di quel colloquio in cui aveva
riposto ogni speranza, un colloquio finito con una richiesta esplicita
di sesso. Una proposta a cui la ragazza ha detto di no. "Piuttosto che
cedere a queste richieste preferisco rimanere disoccupata" afferma.

11 febbraio 2012

Vendeva Ferrari, Audi e Maserati, ma tutte in nero: evasione fiscale milionaria

VENEZIA - Più di centocinquanta auto di grossa cilindrata vendute in tre
anni. Veri e propri bolidi da collezione: Ferrari, Bmv, Audi, Volvo e
anche Maserati. Ma la società era sconosciuta al Fisco: il titolare,
F.C. di 40 anni, risiede al Lido di Venezia e la sede della società era
nella sua abitazione privata, nella zona di San Nicolò.

Da qui partivano ordinativi per tutto il nord Italia, in particolare
nella zona del Trevigiano, prontamente soddisfatti. È quanto ha portato
alla ribalta la Brigata del Lido della Guardia di Finanza, comandata dal
luogotenente Luigi D'Aco. Nel triennio, dal 2006 al 2008, questa società
aveva fatto affari d'oro: oltre 6,1 milioni di euro di ricavi, suddivisi
in tre annualità, da cui è poi scaturita un'Iva dovuta, ma non versata,
per oltre due milioni di euro.

Nel primo anno erano stati dichiarati ricavi inferiori a quelli
effettivamente incassati, nei successivi due, la dichiarazione dei
redditi era stata completamente omessa. Tutto è stato scoperto
attraverso accertamenti bancari. I primi sospetti delle Fiamme gialle
erano scattati perchè la società risultava non più attiva ma sempre
formalmente esistente, con sede del titolare al Lido di Venezia.

F.C. non operava da solo, ma con il sostegno di altri due collaboratori,
attivi nella zona della Marca. Tutti e tre, pur con responsabilità e
ruoli diversi, sono stati denunciati, secondo le norme di polizia
tributaria, per dichiarazione dei redditi inferiore e poi completamente
omessa. Rischiano una pena fino ad un massimo di 5 anni di reclusione.
Dal punto di vista della sanzione economica è in arrivo una stangata da
4 a 8 milioni di euro.

7 febbraio 2012

La polizia lo chiama dopo una retata,e scopre che la moglie è una prostituta

TREVISO - L'unica fonte di guadagno è il mestiere della moglie,
diventata prostituta per necessità. Una situazione insostenibile per un
artigiano edile disoccupato, di Castelfranco (Treviso), che oggi ha
lanciato un appello ai microfoni di una tv regionale chiedendo un lavoro
per poter "salvare" la consorte.
«Aiutatemi a trovare un lavoro per togliere mia moglie dalla strada» ha
detto l'uomo, 44 anni, all'emittente Antenna Tre Nordest. Da un anno per
sbarcare il lunario la donna si prostituisce tra la strada Castellana e
il Vicentino. A lui aveva detto che aveva trovato un impiego, ma l'amara
verità il marito l'ha scoperta quando è stato chiamato una sera dalla
questura di Vicenza.
In una retata antilucciole avevano trovato anche sua moglie. «Non
trovavo lavoro - ha proseguito il racconto il 44enne - e lei mi ha
salvato durante un tentativo di suicidio. Pochi giorni dopo mi ha detto
di essere stata assunta come badante per dei turni notturni. Invece ho
scoperto che si prostituiva perché era finita in una retata delle forze
dell' ordine».
Eppure, ammette l'uomo, senza i soldi che la moglie mette insieme
vendendosi in strada la famiglia non avrebbe altro. «Sono disposto a
fare qualsiasi lavoro - ha concluso l'artigiano - ma finora le ditte a
cui mi sono rivolto mi hanno respinto, dicendo che a 44 anni sono troppo
vecchio, nonostante abbia un'esperienza di trent'anni nell'edilizia».

5 febbraio 2012

La Cina vieta l'imene artificiale Le promesse spose nel panico

Le autorità sospendono la vendita di una membrana che rilascia liquido
rosso al momento del rapporto simulando la verginità Le relazioni
matrimoniali non sono ben viste e allora tra le giovani cinesi sta
spopolando l'imene artificiale. Si tratta di una membrana gelatinosa che
rilascia del liquido rosso al momento del rapporto: in questo modo le
ragazze possono fingere la rottura dell'imene vero e 'garantendo' la
verginità della donna che pare l'uomo cinese pretenda ancora.
L'imene artificiale fino a qualche giorno fa si poteva acquistare
direttamente on line. Ma le autorità di Pechino lo hanno ritirato dal
mercato dopo che un team di esperti lo ha dichiarato pericoloso per il
fatto di contenere sostanze che possono causare serie infezioni. Sulla
confezione, c'è scritto che il prodotto non solo "ripristina il
divertimento nel matrimonio delle donne" ma anche che "previene
infezioni batteriche, elimina gli odori, promuove il metabolismo delle
donne, migliora la vita sessuale e migliora la qualità della vita
coniugale". La notizia del ritiro dal commercio dell'imene artificiciale
ha scatenato i commenti di protesta di molte ragazze che su internet
chiedono se si riesce a trovare il prodotto al mercato nero, bypassando
i divieti della vendita online. Fino ad ora veniva venduto sul portale
commerciale più famoso di Cina, Taobao, a 37 yuan, circa 4 euro, più
spese di spedizione.  

4 febbraio 2012

Per 15 anni ha incassato la pensione,della mamma morta: 1.100 euro al mese

BOLZANO - Ogni mese passava regolarmente in banca per incassare la
pensione della mamma, 1.100 euro al mese. Peccato che la donna fosse
morta da ben 15 anni. L'uomo ora dovrà rispondere di truffa aggravata e
continuata.

Il fatto è avvenuto a Bolzano. L'uomo si presentava con una carta
d'identità della madre, risultata poi scaduta, dicendo che l'anziana non
poteva presentarsi perché ricoverata in una casa di riposo in Austria.
Un controllo ha permesso di verificare che, in realtà, la donna era
morta già nel 1997.