26 agosto 2013

LETTERA DI DIO ALLO SPOSO...

LETTERA DI DIO ALLO SPOSO...

La donna che hai al fianco, emozionata, con abito da sposa, è mia.
Io l'ho creata. Io le ho voluto bene da sempre; ancor prima di te e
ancor più di te. Per lei non ho esitato a dare la mia vita. Te l'affido.
La prenderai dalle mie mani e ne diventerai responsabile.

Quando l'hai incontrata l'hai trovata bella e te ne sei innamorato. Sono
le mie mani che hanno plasmato la sua bellezza, è il mio cuore che ha
messo dentro di lei la tenerezza e l'amore, è la mia sapienza che ha
formato la sua sensibilità, la sua intelligenza e tutte le belle qualità
che hai trovato in lei. Però non potrai limitarti a godere del suo
fascino. Dovrai impegnarti a rispondere ai suoi bisogni e ai suoi desideri.

Ha bisogno di tante cose: di casa, di vestito, di serenità, di gioia, di
rapporti umani, d'affetto e tenerezza, di piacere e di divertimento, di
presenza umana e di dialogo, di relazioni sociali e familiari, di
soddisfazioni nel lavoro e di tante altre cose...

Ma dovrai renderti conto che avrà bisogno soprattutto di Me, e di tutto
quello che aiuta e favorisce quest'incontro con Me; la pace del cuore,
la purezza di spirito, la preghiera, la parola, il perdono, la speranza
e la fiducia in Me, la Mia vita.

La ameremo insieme. Io la amo da sempre. Tu hai cominciato ad amarla da
qualche anno, da quando l'hai incontrata. Sono io che ho messo nel tuo
cuore l'amore per lei.

Era il modo più bello per dirti: "Ecco te l'affido", perchè tu potessi
godere della sua bellezza e delle sue qualità. Quando le hai detto:
"Prometto di esserti fedele, di amarti e rispettarti per tutta la vita",
è come se mi avessi risposto che sei lieto di accoglierla nella tua vita
e di prenderti cura di lei.
Da quel momento siamo in due ad amarla. Anzi, ti renderò capace di
amarla come Dio, regalandoti un supplemento d'amore, che trasforma il
tuo amore di creatura e lo rende capace di produrre le opere di Dio
nella donna che ami. E' il mio dono di nozze: quello che si chiama la...

18 agosto 2013

socrate

" Nell'antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza.
Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:

- Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?

- Un momento - rispose Socrate. - Prima che me lo racconti, vorrei farti
un test, quello dei tre setacci.

- I tre setacci?

- Ma sì, - continuò Socrate. - Prima di raccontare ogni cosa sugli
altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo
chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai
verificato se quello che mi dirai è vero?

- No... ne ho solo sentito parlare...

- Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo
setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è
qualcosa di buono?

- Ah no! Al contrario

- Dunque, - continuò Socrate, - vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e
non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test,
rimane il terzo setaccio, quello dell'utilità. E' utile che io sappia
cosa mi avrebbe fatto questo amico?

- No, davvero.

- Allora, - concluse Socrate, - quello che volevi raccontarmi non è né
vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?"