30 gennaio 2012

Lo adesca in rete, si fa fare la spesa e poi lo molla in strada

Si erano conosciti in rete. Una relazione come altre giocata su
ammiccamenti, galanterie, doppi sensi. Lui non pensava che alla fine la
sua fiamma l'avrebbe raggirato lasciandolo come un palo per due ore in
mezzo alla strada.
Lui è un 28enne di Tessera. Lei una ragazza trevigiana (almeno così ha
riferito). I due, dopo tante chat, avevano deciso di darsi appuntamento
per un pomeriggio insieme, con cena. Quando si sono trovati l'uno
davanti all'altra però la ragazza ha chiesto scusa, dicendo di dover
assolutamente fare la spesa. Lui, galante, l'ha accompagnata, e si è
reso disponibile a pagare il conto quando la donna, con aria
imbarazzata, davanti alla casa ha ammesso di non avere il portafogli.
«Grazie mille – ha detto davanti al bel gesto di lui –tanto appena esco
te li ridò al primo bancomat».
Una volta fuori dal market, la ragazza ha insistito per andare a
depositare la merce a casa «qui vicino» invitando il veneziano a non
seguirla, ma attenderla cinque minuti al vicino distributore, «che poi
andiamo via insieme».
Due ore dopo, quando ha capito che forse non sarebbe mai arrivata, ha
deciso di chiamare il 113 e raccontare l'accaduto. al cellulare della
sua fiamma però rispondeva un uomo.

24 gennaio 2012

Secondino ruba la fidanzata al detenuto

Lei, lui e l'altro. Il triangolo è il solito, piuttosto insolito invece
il ruolo dei due rivali in amore: detenuto il primo, carceriere il
secondo. L'inedito ménage è venuto alla luce l'altra mattina in aula,
nel corso di un processo che ha riservato più di un colpo di scena.

Si tratta dell'udienza a carico di due ex «inquilini» di Santa Bona:
l'assistente di polizia penitenziaria Roberto Gallinaro,
trentaquattrenne di Giavera difeso dallo studio Murgia e il detenuto
napoletano Raffaelle De Pasquale, 39 anni, assistito dall'avvocato Marco
Vocaturo. Ad accumunarli, fino all'altra mattina, sembrava esserci solo
il procedimento giudiziario per corruzione in corso davanti al tribunale
di Treviso: il secondino, stando alle accuse, avrebbe prestato il suo
cellulare al carcerato per consentirgli di telefonare alla fidanzata a
casa; De Pasquale lo avrebbe ricambiato regalandogli orologi.

A unire i due, però, c'è anche qualcos'altro. Meglio, qualcun altro: la
stessa donna. O, perlomeno, è quello che lei ha dichiarato in aula
lasciando di stucco il compagno ufficiale, il detenuto, e piuttosto
sorpreso il giudice il quale ha voluto sincerarsi di aver afferrato bene
il concetto e per questo ha chiesto alla signora: «Ma lei stava con
tutti e due?».

A svelare il triangolo amoroso sono stati i tabulati telefonici disposti
dalla Procura sul telefonino del secondino. Il numero in assoluto più
digitato è risultato essere quello della signora in questione, una
piacente padovana legata sentimentalmente da anni a De Pasquale. Gli
investigatori hanno contato circa 500 tra chiamate e messaggi a l numero
di lei nel giro di quattro mesi, che significa più di quattro contatti
al giorno. Cifre da capogiro, l'esempio di un grande amore che sfida i
divieti carcerari (proibitissime le chiamate all'esterno) e che resiste
anche dietro le sbarre. Ricostruita così sarebbe stata un bell'esempio
di storia romantica.

Ma che si trattasse di qualcos'altro lo ha svelato la destinataria delle
telefonate, chiamata a testimoniare l'altra mattina in aula: sì il mio
compagno mi ha chiamata - ha ammesso - ma lo avrà fatto quattro o cinque
volte nel giro di mesi. Inevitabile la domanda successiva: e le altre
495 volte? «Ah, quelle me le ha fatte l'assistente di polizia
penitenziaria». Gelo in aula.

La donna ha così raccontato che andando a colloquio con il compagno, ha
conosciuto il secondino. Ne è nata un'amicizia, sono cominciati gli
scambi via cellulare: sms e telefonate. A questo punto è arrivata la
domanda del giudice: scusi, ma lei stava con entrambi? La signora ha
abbozzato: «La relazione col mio compagno stava finendo... con la
guardia era solo un rapporto telefonico...». Quale che sia la verità,
non sta alla magistratura accertarla.

Compito della Procura, invece, sarà di far luce sull'altro colpo di
scena riservato dalla stessa udienza: un detenuto, teste del pm, ha
sostenuto che le accuse da lui inizialmente mosse contro il secondino
erano false e che era stato spinto a farle dall'allora comandante delle
guardie del carcere in cambio di un lavoro.

Il giudice ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per
verificare l'accaduto.

Toglie i risparmi dalla banca, anziano derubato di 100.000 €

Negli uffici della questura, lunedì mattina, è stata fatta una denuncia
molto particolare. Un anziano, residente a Città Giardino a Treviso, ha
raccontato che nelle scorse settimane si era presentato allo sportello
della sua banca per chiudere il conto corrente. Le notizie sulla crisi
economica e sul possibile crollo del sistema bancario, lo avevano
indotto a portare tutti i suoi risparmi, 100.000 euro circa, a casa. Qui
aveva infatti deciso di dividere il suo tesoro in due diversi nascondigli.
Lunedì mattina si è però accorto che entrambi i luoghi erano vuoti. Si è
quindi presentato in questura per presentare denuncia. Agli agenti ha
detto che negli ultimi giorni nessuna persona sospetta era entrata in
casa e che nessuno era a conoscenza dei suoi nascondigli. Gli agenti
stanno ora provvedendo a ricostruire l'intera vicenda nella speranza di
risolvere l'intera vicenda.

Palpate in coda al cinema, donne furiose circondano 53enne che se la vede brutta

TREVISO - Si è messo disciplinatamente in coda, alla biglietteria del
Cinecity di Silea, per acquistare un biglietto e assistere alla
proiezione di un film. Domenica pomeriggio, cinema pieno di gente.
Genitori con i figli, coppiette, ragazzi. Una calca perfetta per
nascondere le reali intenzioni di quel 53enne, nato a Modena ma
residente a Padova. Perchè lui, D.M., non era per nulla interessato alle
pellicole con i divi del momento. Approfittava della ressa per allungare
le mani e toccare il "lato B" delle donne in coda davanti a lui. Non una
o due volte. Ma più e più volte. Tanto è vero che cambiava fila,
fingendo indecisione, per non lasciarsi scappare nemmeno un posteriore.

Il "palpeggiatore seriale", sceglieva le sue vittime fra le giovani
carine e con indumenti attillati. Ma è stato alla fine smascherato. Ad
insospettirsi una brasiliana 35enne che domenica, alle 16.15, era in
coda con i due figlioletti. All'inizio pensava fossero i piccoli a
strusciarsi addosso. Poi, ha capito e ha fulminato l'uomo che,
prontamente, ha ritirato la mano nascondendola sotto il giaccone.
Peccato che, la donna, l'abbia rivisto in azione cinque minuti dopo, al
bar, con una trevigiana 49enne. A quel punto è scoppiata. Ha cominciato
a inveire nei confronti dell'uomo dalla mano morta e, a lei, si è unita
l'altra trevigiana e, poi, altre donne che avevano subìto lo stesso
trattamento.

Il chiasso ha richiamato immediatamente il personale della vigilianza e
il direttore del Cinecity. È stato quest'ultimo a telefonare alle
Volanti che, intervenute sul posto, hanno visto il 53enne all'angolo,
che era stato costretto a sedersi su un divanetto, circondato da donne
furibonde. Ad un controllo degli agenti della polizia l'uomo è risultato
già segnalato per fatti simili. A quel punto, però, nessuna delle donne
ha sporto querela e il "palpeggiatore" è stato invitato a lasciare il
cinema.

20 gennaio 2012

E’ donna l’ubriaca da record: causa incidente, alcol a 3,8

Quando è arrivata la polizia era semi-sdraiata a terra, in maglietta, e
parlava al cellulare con -2gradi
Alcoltest da record due giorni da a Quinto di Treviso dove una donna è
stata scoperta con un tasso alcolico oltre 6 volte sopra il limite. Ad
accertare l'incredibile ubriachezza della donna, bidella in un istituto
professionale della provincia, sono stati gli esami disposti dalla
Polstrada dopo l'incidente.
Tutto è avvenuto poco prima delle 20 in via Padovani. La donna, alla
guida di una Renault, ha sbandato ed è andata ad urtare una Bmw che
arrivava in senso opposto. Complice la nebbia certo, ma quando gli
agenti sono arrivati sul posto per rilevare l'incidente ed hanno
scoperto la donna, in maglietta, che parlava tranquillamente al
cellulare semi sdraiata sul bordo della strada, hanno avuto un sospetto.
Chiamata l'ambulanza del Suem, hanno richiesto l'esame alcolemico.
Risultato? 3,81. Un record. Immediato il sequestro della macchina ai
fini della confisca, la distruzione della patente e la denuncia penale.
Rischia una multa milionaria oltre al carcere.

19 gennaio 2012

Brillo si schianta in Jaguar: multa-record da 46.500 €

Noto imprenditore tradito da un bicchiere di troppo, via la patente per
3 anni Il sindaco Azzolini lo difende: «Pena spropositata, è un
benefattore della città»

La pena inflitta dal tribunale di Treviso ha fatto tremare le vene ai
polsi di un noto imprenditore moglianese, oggi residente nel Veneziano.
Con il decreto di condanna che risale ad alcune settimane fa, emesso dal
gip Silvio Maras, si raggiunge probabilmente una delle ammende più alte
mai registrate nella Marca per reati di questo tipo.
I fatti risalgono al maggio dell'anno scorso: il settantenne, alla guida
della sua coupè Jaguar, urta leggermente un veicolo fermo al semaforo.
I danni sono lievi ma sul posto vengono chiamati comunque i carabinieri
della stazione di Mogliano.
Il livello di tasso alcolemico nel sangue del conducente, rilevato
successivamente, risulta essere più di tre volte superiore a quello
consentito per legge, che è di 0,50 grammi per litro, 1,70 e oltre per
la precisione.
Scatta così oltre alla sanzione amministrativa anche la denuncia penale
e la trafila giudiziaria.
La serata passata per una cena in compagnia di amici, alzando un po' il
gomito e mettendosi certamente troppo presto alla guida della propria
vettura sportiva, è costata molto cara all'imprenditore.
Il verdetto del giudice arriva quattro mesi dopo la serata galeotta: i
180 giorni di arresto inflitti all'anziano vengono convertiti in un
ammenda di 45mila euro a cui si aggiunge la sanzione di 1500 euro e si
raggiunge così la cifra da capogiro.
La conversione della pena detentiva in pena pecuniaria avviene infatti
calcolando 250 euro al giorno.
Si tratta con tutta probabilità di una delle più severe mai inflitte
nell'intera provincia di Treviso. La pena è stata sospesa per effetto
della condizionale, ma rimane oltre alle sospensione di un anno della
patente, già decisa dalla prefettura, anche la revoca del documento di
guida per tre anni.
L'uomo avrà così la possibilità di riconseguire la propria patente solo
da maggio 2014.

«Non eri vergine al matrimonio»: 36enne condannato a 4 mesi di carcere per ingiurie

Il litigio in un locale. L'uomo avrebbe minacciato di picchiare la
moglie. La donna ha presentato un certificato medico al giudice

TRENTO - Aveva accusato in pubblico la moglie di non essere arrivata
vergine al matrimonio, insultandola. Per questo un marocchino è stato
condannato dal Tribunale di Trento a quattro mesi di reclusione per
ingiurie. Il nordafricano, di 36 anni, è comparso davanti al giudice per
un episodio avvenuto nel maggio 2010 in un locale di Trento che vende kebab.

Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe minacciato di picchiare la moglie,
anch'essa marocchina, impedendole di uscire dal locale, e avrebbe
urlato, in arabo, che la donna aveva avuto rapporti sessuali prima delle
nozze, contravvenendo ad un accordo prematrimoniale. Minacce
accompagnate da accuse di essere una prostituta.

Secondo quanto denunciato dalla donna, che ha difeso la propria
illibatezza presentando al giudice un certificato medico, questo sarebbe
stato solo uno di tanti episodi violenti e intimidatori di cui sarebbe
stata vittima. Per questo sul marito pesano altri procedimenti penali
per maltrattamenti e violenza sessuale.

18 gennaio 2012

INCIDENTE IN BICI, 2 MESI DOPO RITIRO PATENTE E DENUNCIA: AVEVA FUMATO

VILLORBA – Stava pedalando in sella alla sua bicicletta quando un'auto
gli ha tagliato la strada facendolo finire a terra.
Era il 15 novembre scorso, l'incidente si era verificato a Villorba. Il
23enne trevigiano, che stava andando dritto per la sua strada e non era
stato ritenuto responsabile dell'incidente, era stato sottoposto a degli
esami di accertamento di routine dalla polizia stradale.
A distanza di due mesi è arrivato il responso: al momento dell'incidente
era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, in particolare cannabinoidi.
In pratica si era fumato uno spinello, ma non credeva che potesse
costargli così caro: la patente gli è stata ritirata ed è stato
denunciato per guida (la bici è un mezzo al pari di un'auto) sotto
l'effetto di stupefacenti.

Usa, preservativo obbligatorio per gli attori nei film porno

SACRAMENTO – Gli attori di film porno a Los Angeles dovranno utilizzare
obbligatoriamente i preservativi. Lo prevede un ordinanza approvata
martedì dal comune della città californiana
che ora deve ottenere la firma del sindaco. Prima che la misura entri in
vigore il Comune ha ordinato a funzionari di polizia e procuratori della
città di studiare come potrebbe essere applicata. Lo riferisce la Fox news.

La decisione è stata adottata ieri, senza una discussione pubblica,
proprio nel giorno in cui la maggior parte dei big del porno americano,
che ha la sua capitale proprio a Los Angeles, erano a Las Vegas per
preparare l'inaugurazione dell'Adult Entertainment Expo, la più grande
fiera del mondo del cinem a luci rosse.

L'industria del porno ha condannato il nuovo obbligo, definendolo un
inutile esercizio di correttezza politica che non si potrà far
rispettare. «La sola cosa che la città potrebbe potenzialmente ottenere
è perdere i soldi dei permessi per girare i film e allontanare alcune
produzioni. Di sicuro non puoi obbligare una industria a creare un
prodotto che il mercato non vuole», ha detto a Fox Christian Mann,
numero uno di Evil Angel Productions, uno dei più grandi produttori di
film porno.

14 gennaio 2012

A SPASSO COL PASSAMONTAGNA, SCATTA L’ALLARME RAPINA

Dei passanti hanno chiamato i carabinieri. Ma non era un criminale,
l'anziano aveva solo il raffreddore
passamontagna.jpg
QUINTO – Passeggiava tranquillamente sul marciapiedi e si faceva gli
affari suoi. Mai si sarebbe immaginato di ritrovarsi all'improvviso con
due pattuglie dei carabinieri che gli puntavano contro le pistole e
chiedevano di alzare le mani lentamente.
Aveva fatto l'errore di uscire di casa indossando un passamontagna, come
quelli che utilizzano i rapinatori, e passeggiare vicino al supermercato
"Boom", in via Noalese a Quinto di Treviso.
Protagonista della vicenda un uomo di 68 anni. Aveva il raffreddore ed
aveva pensato di ripararsi dal freddo pungente di questi giorni
indossando appunto il passamontagna. Dei passanti, però, vedendolo
passeggiare vicino al supermercato hanno pensato si potesse trattare di
un rapinatore ed hanno chiamato il 113.
Immediatamente è scattato il protocollo previsto nei casi di rapina: si
sono mosse le due pattuglie a sirene spiegate, che in pochi minuti sono
arrivati sul posto. Individuato l'uomo sospetto hanno fermato le
macchine, i carabinieri si sono appostati riparandosi con le portiere
delle auto.
A quel punto hanno richiesto all'anziano di togliersi lentamente il
passamontagna. Lui ha obbedito. Quando hanno visto chi era, un uomo
conosciuto in paese ed una persona per bene, hanno capito che si
trattava di un malinteso. Hanno richiesto perché portasse il
passamontagna: «Ho il raffreddore ed ho freddo…», ha risposto.
Gli hanno chiesto di vuotare le tasche. Dentro non c'era una pistola, ma
solo dei fazzolettini di carta, alcuni dei quali già usati. I
carabinieri ne hanno preso atto ed hanno invitato l'uomo a non girare
col passamontagna nei pressi di esercizi commerciali.

11 gennaio 2012

Picchia il 15enne che fa il bullo, il padre lo fa pestare

Il figlio di 15 anni è un noto bulletto di Montebelluna. Lo conoscono a
scuola e fuori. A fine dicembre, vedendo un gruppo di marocchini della
sua età riunbiti davanti al mercato del pesce li abvrebbe apostrofati
con offese e minacce. Parole alle quali i ragazzini, conoscendolo, non
hanno risposto. A decidere d'intervenire un altro ragazzo, marocchino,
robusto. Avvicinatosi al bulletto lo avrebbe prima pspinto poi picchiato.

Una vicenda che poteva finire lì, se non fosse stato per il padre del
quindicenne italia. Avendo visto gli ematomi del figlio, è andato dai
carabinieri chiedendo vivamente che il responsabile del pestaggio fosse
arrestato, e davanti alle cautele dei militari, è uscito dalla caserma
adiratoi urlando «mi faccio giustizia da solo».

Da lì, secondo la ricostruzione dei carabinieri, ha telefonato a un ex
dipendente, anchìegli marocchino, assoldandolo per andare a picchiare
l'aggressore del figlio. E' stato lo stesso straniero, fermato dai
carabinieri aa raccontare l'accaduto. «Ho accettato la richiesta
dell'imprenditore perchè speravo mi ridesse lavoro» ha detto.

L'imprenditore e il suo ex dipendente sono stati denunciati per lesioni
e minacce. Ma una denuncia per lesioni è stata spiccata anche nei
confronti del marocchino che aveva fatto giustizia ai coetanei. Per il
bulletto quindicenne invece nessun provvedimento.

ragazza con due vagine: «Utile per rompere il ghiaccio»

LONDRA - Due uteri, due vagine e due cervici. La 27enne inglese Hazel
Jones ha raccontato la sua singolare storia ad ITV1, una delle emittenti
più seguite in Regno Unito.

La diversità di Hazel è rimasta nascosta fino alla pubertà. Si è accorta
che qualcosa non andava con i primi cicli metruali, che si rivelarono
molto più dolorosi di quelli delle coetanee e sanguinava da entrambe le
vagine. Ma è stato solo a 18 anni che la ragazza ha preso coscienza
della situazione, quando il suo primo ragazzo le disse che era diversa
dalle fidanzate avute prima di lei.

«Ho perso la verginità due volte dal momento che avevo due imeni», ha
spiegato Havel senza imbarazzo alle telecamere, aggiungendo di aver
rifiutato più volte un intervento chirurgico, anche se è consapevole che
in questa condizione avere bambini potrebbe risultare molto pericoloso.

Hazel ha una conformazione fisica rarissima, riscontrabile in un caso
ogni milione. La bionda inglese non sembra essere in imbarazzo per la
sua particolarità: «Appena l'ho scoperto l'ho detto a tutti! E' stato
fantastico ed è utilissimo per rompere il ghiaccio nelle feste». E se
qualche ragazza è scettica «può controllare, mi piace mostrare a tutti
le mie parti intime».

Il ginecologo. «Alla nascita le femmine l'utero comincia a formarsi da
due tube, poi il setto si rompe e si forma un utero. Ma nel caso di
Hazel le due tube hanno portato a due uteri separati, due vagine e due
cervici», ha spiegato un ginecologo.

10 gennaio 2012

GUIDA COL CELLULARE: «MA NON AVETE DI MEGLIO DA FARE CHE FERMARMI…?»

Così ha risposto un 31enne di Cornuda ai carabinieri. Poi ha rischiato
di investirne uno: arrestato per resistenza
carabinieri.jpg

CORNUDA – Guidava e parlava al cellulare. Ha visto i carabinieri a lato
della strada, ma non si è curato di loro e non ha riattaccato. Quando
l'hanno fermato ha reagito stizzito: «Ma non avete di meglio da fare che
fermarmi…?».

I carabinieri hanno quindi richiesto patente e libretto. Lui prima ha
detto che non avrebbe consegnato nulla, poi ha gettato la carta di
circolazione contro uno dei due militari. A quel punto ha acceso la
macchina e si è diretto verso casa, a poca distanza.

I carabinieri l'hanno seguito. Dopo un po' lui è sceso con la patente in
mano. «Ora ci deve seguire in caserma…», hanno affermato i carabinieri
dato il comportamento dell'automobilista.

A quel punto è salito in macchina ed ha ingranato la retromarcia
rischiando di investire uno dei due militari, che aveva tentato di
fermarlo. L'hanno bloccato più avanti mettendosi di traverso con la
gazzella e l'hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.

Solo una volta arrivato in caserma si è calmato e si è scusato. «Ho
avuto una pessima giornata al lavoro…», ha tentato di giustificarsi. Ora
si trova agli arresti domiciliari.

Firenze, bocciato alla maturità: 5mila euro di danni

Il ministero dovrà risarcire lo studente, perché fu interrogato solo su
tre materie nel 2004. Lo ha deciso il Tar


Bocciato all'esame di maturità nel 2004, aveva dovuto ripetere l'anno
passando a una scuola privata. Il Tar, che in precedenza aveva
riconosciuto l'illegittimità della bocciatura, ha condannato il
ministero dell'istruzione al risarcimento dei danni subiti, quantificati
in 5mila euro. Fu interrogato solo su tre materie. La vicenda, riportata
dal quotidiano "la Repubblica", riguarda uno studente del liceo
artistico statale Leon Battista Alberti di Firenze. Secondo i suoi
avvocati, si tratterebbe del primo caso di risarcimento per una
bocciatura in Italia.

Lo studente affrontò la maturità per la prima volta nel luglio del 2004,
ma non riuscì a ottenere la sufficienza. Così, si iscrisse a una scuola
privata e l'anno successivo fu promosso. In quei mesi, però, aveva
presentato ricorso al Tar contro la decisione della commissione. La
prima rivincita arrivò nel febbraio del 2006, quando il tribunale
amministrativo annullò la bocciatura. Colpa della prova orale: il
ragazzo, contrariamente a quanto previsto dall'ordinanza ministeriale 35
dell'8 aprile del 2003, non era stato interrogato in tutte le materie
dell'ultimo anno. Secondo quanto accertato dai giudici, era stato
interrogato solo in italiano, anatomia artistica e storia. I prof non
gli avevano chiesto niente di tutte le altre materie, pregiudicando così
le sue possibilità di essere promosso.

Il ministero dell'istruzione non ha presentato appello, così la sentenza
del 2006 è diventata definitiva. Lo studente però non si è accontentato:
la bocciatura lo aveva costretto a ripetere l'anno e a spendere denaro
per una scuola privata. Si è rivolto al Tar per chiedere i danni e il
tribunale gli ha dato nuovamente ragione, condannando il ministero a
risarcirlo di 5.000 euro, cifra pari al costo del corso di studi che ha
dovuto ripetere, a cui vanno aggiunti gli interessi legali e le spese di
giudizio.

8 gennaio 2012

Junie Hoang contro Imdb: ''Ha rivelato i miei 40 anni''

I quarant'anni sono un'età difficile a Hollywood, soprattutto per
un'attrice ancora "emergente". Meglio quindi tenere nascosta l'età,
soprattutto se quegli anni non si dimostrano. Ma per l'attrice di
origine asiatica Huong Hoang, in arte Junie Hoang, questo non è stato
possibile perché Imdb, il più importante database di cinema in rete, ha
pubblicato la sua data di nascita, 16 luglio 1971.
L'attrice quindi aveva fatto causa anonima al sito rivendicando il
diritto alla privacy sulla propria età anagrafica, considerando la
rivelazione della stessa una discriminante a Hollywood per le attrici
che hanno superato i 40 anni.
Il giudice incaricato del caso Marsha Pechman aveva però deciso che si
poteva andare avanti nella causa solo se l'attrice querelante l'avesse
ripresentata rivelando però la propria identità.
A questo punto Junie ha scelto di venire allo scoperto dando il suo vero
nome al posto del "nomignolo" scelto per intentare la causa: 'Jane Doe'.
La richiesta dell'attrice è di un milione di dollari di risarcimento

6 gennaio 2012

USA, TROVA UN TOPO NELLA LATTINA. LA PEPSI: "SI SAREBBE SCIOLTO"

NEW YORK - Incredibile la difesa della celebre concorrente della Coca
Cola, la Pepsi, in risposta a un consumatore che l'ha citata per aver
trovato un topolino nella lattina. La 'Mountain Dew', ovvero una bevanda
agli agrumi prodotta dalla Pepsi, può trasformare in gelatina un topo:
lo afferma la stessa casa di bibite gassate. Tutto nasce da una causa
legale intentata da un consumatore dell'Illinois, un certo Ronald Ball,
che sostiene di aver trovato tre anni fa un piccolo topo in una lattina
della Montain Dew che aveva acquistato in un distributore automatico.
L'azienda si è però difesa affermando tramite un veterinario di nome
Lawrence McGill che il topo si sarebbe trasformato in «una sostanza
gelatinosa» se davvero fosse rimasto immerso nella bevanda per 74
giorni, ovvero dal momento della produzione nell'agosto del 2008 a
quello dell'acquisto indicato dal consumatore dell'Illinois.

Secondo il dottor McGill, se un topo venisse immerso in un periodo
compreso tra quattro e sette giorni in una bevanda con la composizione
della Mountain Dew, perderebbe il calcio e la struttura ossea. Allo
stesso tempo, la struttura addominale cederebbe, così come la sua cavità
cranica e poi, nel giro di una trentina di giorni di fatto si
disintegrerebbe. La Pepsi.co sostiene inoltre che, in ogni caso, il
signor Ball, che ha 52 anni, non ha alcuna prova di aver effettivamente
trovato il piccolo roditore all'interno della lattina. Nella sua
denuncia, in attesa di giudizio presso un tribunale dell'Illinois,
Ronald Ball sostiene di aver bevuto appena un sorso della bevanda,
subito dopo averla aperta, e di aver immediatamente iniziato a vomitare.
Pertanto, la lattina è stata svuotata in un bicchiere, ed è così che
sarebbe venuto fuori il topo morto.

5 gennaio 2012

vado a letto

Marito e moglie stanno guardando la tv quando lei dice 'Sono stanca, è
tardi, penso che andrò a letto'...
Va in cucina a preparare i panini per l'indomani.
Sistema le tazza per la colazione, estrae la carne dal freezer per la
cena del giorno dopo, controlla la scatola dei cereali, riempie la
zuccheriera, mette cucchiai e piattini sulla tavola per la mattina
successiva.
Poi mette i vestiti bagnati nell'asciugatore, i panni nella lavatrice,
stira una maglia e sistema un bottone, prende i giochi lasciati sul
tavolo, mette in carica il telefono, ripone l'elenco telefonico e da
l'acqua alle piantine.
Sbadiglia, si stira e mentre va verso la camera da letto, si ferma allo
scrittoio per una nota alla maestra, conta i soldi per la gita, tira
fuori un libro da sotto la sedia e aggiunge tre cose alle lista delle
cose urgenti da fare.
Firma un biglietto d'auguri per un'amica ci scrive l'indirizzo e scrive
una nota per il salumiere e mette tutto vicino alla propria roba.
Va in bagno, lava la faccia, i denti, mette la crema antirughe, lava le
mani, controlla le unghie e mette a posto l'asciugamano. 'Pensavo stessi
andando a letto'.... commenta il marito!!!
Ci sto andando', dice lei.
Mette un po' d'acqua nella ciotola del cane mette fuori il gatto, chiude
a chiave le porte e accende la luce fuori. Da'un'occhiata ai bimbi,
raccoglie una maglia, butta i calzini nella cesta e parla con uno di
loro che sta ancora facendo i compiti.
Finalmente nella sua stanza. Tira fuori i vestiti e scarpe per
l'indomani, mette la vestaglia, programma la sveglia e finalmente è
seduta sul letto.
In quel momento, il marito spegne la tv e annuncia: 'Vado a letto'.
Va in bagno, fa la pipì', si gratta il sedere mentre da un'occhiata allo
specchio e pensa: ' che PALLE domani devo fare la barba'.... e senza
altri pensieri va a dormire.
Niente di strano non vi pare???? Ora chiedetevi perché le donne vivono
più a lungo!!!
Perché sono fatte per i percorsi lunghi (e non possono morire perche'
prima hanno molte cose da fare).

2 gennaio 2012

Stanco dei furti agricoltore mette veleno nei salami: è allarme in tutto il Polesine

ROVIGO - Stanco di subire il furto dei salami che custodiva gelosamente
e che in questo periodo dell'anno sono autentiche e tradizionali
prelibatezze, ne ha avvelenati tre per "farla pagare". Ma l'altro giorno
i ladri sono entrati nuovamente in azione e ora in giro ci sono questi
insaccati pericolosamente adulterati da una sostanza tossica che i
carabinieri definiscono «per volpi tipo "Curatel"», in quantità che al
momento non è possibile sapere.

Protagonista dell'insolita vicenda è un anziano che vive a Canaro,
paesino del Medio Polesine lungo il Po. Verso le 12.30 di domenica ai
carabinieri della locale stazione arriva da parte dell'uomo la
segnalazione-denuncia del furto.

Sembra uno dei colpi che spesso avvengono in questa stagione nelle case
di campagna del Polesine dove, all'arrivo dell'inverno viene ucciso il
maiale allevato durante l'anno e in apposite stanze sono gelosamente
posti a stagionare salami da taglio, cotechini, bondole e salsicce che
poi finiscono su tavole ben imbandite.

Invece l'anziano svela un pericoloso retroscena. Tre salami li aveva
adulterati perchè stanco di subire furti ogni anno, l'ultimo addirittura
un paio di settimane prima. Così in giro, nel quintale di insaccati
rubati all'uomo di Canaro, ci sono anche i tre pezzi avvelenati.

Immediatamente i carabinieri della stazione di Canaro avvertono il
magistrato di turno, Stefano Longhi. L'anziano appare attendibile,
perchè la sua intenzione sarebbe stata solo quella di dare una lezione
ai ladri. Così scatta l'allarme. In accordo con il magistrato sono
allertati gli ospedali di Rovigo e Trecenta, ma anche quelli della
vicina provincia di Ferrara e del Padovano.

«La situazione viene costantemente seguita e monitorata e i carabinieri
sono pronti a diramare ulteriori informazioni nel caso si verifichino
casi di avvelenamenti di persone o se l'allarme dovesse rientrare - dice
il sostituto Longhi -. Non creiamo allarmismi, per il momento il
consiglio è di non mangiare alcun insaccato di provenienza incerta».

1 gennaio 2012

Ticket-stangata sugli ubriachi Il soccorso costa 150 euro

Sei ubriaco, così ubriaco da richiedere l'intervento dell'ambulanza?
Preparati a metter mano al portafoglio. Le uscite del Suem 118 per il
soccorso da "crisi etilica", infatti, ora costa ben centocinquanta euro.

In base ad una disposizione della Regione, le persone ubriache che
vengono soccorse dalle ambulanze del Suem dovranno pagare un ticket
salato. Un modo, questo, per cercare di arginare un fenomeno
preoccupante, anzi due: l'abuso di alcol e l'utilizzo (costoso e sempre
più frequente) di mezzi di soccorso per casi non gravi. Già una decina i
trevigiani che sono stati costretti a pagare la salata sanzione: non si
tratta ovviamente di chi raggiunge il coma etilico, bensì solo di
ubriachi che non hanno problemi sanitari gravi.