23 agosto 2012

Sedicenne scopre di notte in casa tre ladri, li "invita" tutti a cena e poi li fa arrestare

PADOVA - Esiste un antifurto che blocca i ladri in casa e li consegna ai carabinieri? Un tecnico elencherebbe una serie di sistemi con telecamere, porte che si chiudono alle spalle e raggi infrarossi. No, ce n’è uno più pratico e economico. Bastano la freddezza e la disinvoltura di un sedicenne, che scopre in casa di notte i ladri. Li invita a cena e poi li consegna ai carabinieri. E fa recuperare anche il bottino del furto. 

I tre marocchini si erano accontentati di poca roba, ma hanno perso anche quella e sono finiti in galera. Sono stati traditi dall’euforia alcolica del fine Ramadan? Può essere. Ma la disinvoltura del sedicenne, che non si è lasciato prendere dal panico, li ha messi in trappola. In via Castelvetri 12 ad Este c’è un condominio popolare, dove abitano operai e gente semplice. Insomma, non è la villa di un ricco imprenditore. Ma i tre marocchini hanno scelto proprio il caseggiato popolare per festeggiare con un furto la fine del mese di preghiera. 

È l’una di ieri notte quando i tre stranieri entrano in azione. L’unico del luogo è Tarquinia Zitouni, ventottenne operaio regolare, che vive a Este. Suoi complici sono Hajib Belkahba, quarantasei anni, e Lahbib Ferhane, quarantun anni, entrambi pregiudicati e clandestini. I tre entrano in un appartamento deserto, perché i proprietari sono ancora fuori. I ladri guardano dappertutto ma non ci sono grandi cose. Nella camera da letto matrimoniale trovano solo un orologio da uomo. Ma rubano anche i graziosi indumenti intimi della padrona di casa e i suoi cosmetici.

È l’una e mezza quando rincasa il sedicenne. Mentre i tre stanno frugando dappertutto. Si imbatte in uno di loro che ha aperto il frigo e sta mangiando e bevendo. «Va bene, mangiate quello che volete, bevete e poi andatevene», dice il ragazzo. E li convince. I tre si siedono in cucina, mangiano e bevono. Il sedicenne si rende conto di averli fregati. Va in camera e chiama col cellulare la madre, che è ancora fuori. «Abbiamo i ladri in casa», le dice. Poi telefona ai carabinieri. In via Castelvetri 12 arriva subito una pattuglia della Radiomobile. Quando i militari arrivano, i tre marocchini sono ancora seduti a tavola: per loro scattano le manette.

30 giugno 2012

Dichiarazione d’amore di uno sconosciuto.

"Signorina, so di non essere uno sconosciuto per Lei. L'ho osservata a lungo senza che Lei se ne accorgesse. Ma da qualche giorno non cerco più di nascondermi: so che è arrivato il momento, ecco. Prima di vedere Lei non ho mai amato nessuno. Detesto il provvisorio, conosco bene la vita: so che tutti sempre tradiscono tutti. Ma tra noi sarà diverso: noi saremo un esempio. Non ci lasceremo mai, neppure per un'ora. Io non lavoro, non ho impegni nella vita: Lei sarà la mia sola preoccupazione. Io capisco che tutto questo è troppo improvviso perché dica subito di sì, e che prima voglia rompere dei vincoli provvisori che La legano a delle persone provvisorie. Ma io sono definitivo."


Dichiarazione d'amore di uno sconosciuto.
Serge Rousseau

19 maggio 2012

Tutta questa paura di ferire le donne

Tutta questa paura di ferire le donne, come fossero fatte solo di sentimenti, io non riuscirò mai a comprenderla.
Tutto questo timore nel dire " non mi piaci più " , o anche dire " mi attrai fisicamente ma sentimentalmente non ci sarà mai nulla " non riesco a comprenderla.
Non ci distruggiamo. Sapete ?
Ci distrugge il silenzio, ci distrugge annuire anche se sappiamo che in fondo non va tutto bene, ci distrugge mandare il primo sms , sapendo che non riceveremo risposta probabilmente, ma crediamo in quel vostro " va tutto bene ".
Rammentiamo l'ultima carezza, l'ultima rassicurazione.
E allora andiamo avanti.
Facendo anche la figura delle rompipalle.
Magari siamo una chiacchierata tra amici dove dicono
" Ancora lei ? Ma non l'ha capito ? ".
No che non l'ha capito.
O almeno non ancora completamente.
Fin quando non vai lì e la guardi e le dici quello che dici ai tuoi amici.
Non ti cadrà tra le braccia, tranquillo che non muore.
" Ma lei soffrirà " ho sentito anche pronunciare, da un uomo che voleva lasciare la propria donna.
Soffrirà molto di più a sapere che hai un'altra.
Soffrirà molto di più a sapere che la baciavi senza volerlo.
O peggio ancora ho sentito " aspetto che mi lascia lei. "
Lei non ti lascerà, non avrà questa forza se è ancora innamorata.
Gioirà per ogni gesto d'affetto, le sembrerà un nuovo inizio, e ti aspetterà.
Le donne innamorate aspettano un sacco di tempo.
Se un minimo le hai voluto bene, dille che non la vuoi più.
Non farla umiliare ancora più del necessario.
Si maledirà. Ti maledirà.
Non farti odiare. Non fare in modo che ti ricordi con rabbia.
Non fare in modo che cancelli tutte le cose belle.
Sono donne. Non bambole pronte a rompersi.
Con la sincerità, ti stupirai di come potranno reagire.
" A me va solo di fare sesso, non posso prometterti null'altro. "
La vedrai per un attimo titubante, ma se attrata da te, ti sorriderà, e non sarà un sorriso dolce.
" Sto vedendo anche altre donne, oltre a te. "
Le donne sono famose per essere competitive tra di loro, sai ?
" Non ti amo più. Ora ti spiego. "
Certo sarà distrutta, ma dalle una spiegazione per farla sopravvivere alla notte.
Anche se con poca forza, ti potrebbe abbracciare senza odio.
Quindi, risparmiaci la puttanate del " non volevo che soffrisse. " che le fate soffrire il doppio.

14 maggio 2012

LONDRA, MAXI FURTO DI VIBRATORI: "400 SEX TOYS PER 11 MLN DI STERLINE"

LONDRA- Un furto da 11 mila sterline è stato portato a segno in una società di vendita per posta, ma quello che stupisce è ciò che è stato rubato: ben 400 sex toys. 
Quattro valigie di grandi dimensioni contenenti giocattoli per il piacere sessuale sono stati rubati, secondo quanto riporta il Mirror da un appartamento di Gàlgala a Stourport dove erano memorizzati su base locale.
Sono stati immediatamente avvertiti dalle autorità i negozi della zona che si occupano della vendita di tali prodotti per segnalarne il furto nel caso in cui qualcuno provi a rivenderli. «Sarebbe molto difficile per i ladri vendere questi oggetti», ha dichiarato il proprietario dell'azienda, «chiediamo alle persone di prestare attenzione».



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11 maggio 2012

La prof hard: regala una notte di sesso al liceale per il suo compleanno

La professoressa che va a letto col giovane studente. Non è la trama di un film porno ma una vicenda realmente accaduta in America. A Houston, la supplente 25enne Tiffany Michelle Amos ha regalato ad un proprio alunno una notte di sesso per il suo 17esimo compleanno. É successo alla Westfield High Houston, la scuola in cui lei lavorava e lui studiava.

Prof nei guai - Secondo quanto riportato dal Daily Mail, i due avevano avuto dei rapporti telefonici, ma lei ha aspettato il compimento del 17esimo compleanno del ragazzo per andarci a letto insieme, in modo tale da non avere problemi legali. Quando a scuola è stata scoperta questa relazione clandestina la giovane insegnante è stata immediatamente allontanata, ora dovrà rispondere dell'accusa di adescamento di minore e la sua cauzione è fissata a 5 mila dollari.

9 maggio 2012

«Compraci cibo e cosmetici e faremo sesso con te»: nomadi circuiscono un anziano

PORDENONE - Due nomadi hanno circuito un anziano, promettendogli alcune notti di sesso in cambio di generi alimentari e cosmetici: le donne sono state denunciate a piede libero dai carabinieri per tentata truffa aggravata in concorso. 

Scoperte da un maresciallo fuori servizio. 
Le nomadi sono B.I., 41 anni, nata in provincia di Potenza e residente a Pramaggiore (Venezia) e B.P., 32 anni, nata in Francia e residente a Pasiano di Pordenone, entrambe già note alle Forze dell'ordine. 

Abbordato davanti al supermercato. Tutto è iniziato ieri, quando ad Azzano Decimo, nei pressi del supermercato "Il tulipano", il vice comandante dei carabinieri ha notato un pensionato che conosceva in compagnia delle due. L'anziano ha poi fatto salire le due donne sulla propria autovettura. Il maresciallo ha subito pensato a un tentativo di truffa e ha avvertito il comandante di stazione. 

Alla ricerca del pensionato. I due militari a bordo di una vettura privata hanno ritrovato il pensionato seduto a un tavolino del Bar Luna. L'anziano ha così raccontato che nel pomeriggio era stato avvicinato dalle due nomadi, le quali si erano offerte di leggergli la mano. 

Sesso in cambio di acquisti: l'anziano spende 712 euro. Dopo aver familiarizzato e aver appreso del suo stato di vedovanza, B.P., la più giovane e avvenente delle due rom, ha proposto al pensionato di trascorrere alcune notti in sua compagnia, chiedendo in cambio l'acquisto di generi alimentari e profumi. L'anziano ha accettato la proposta ed insieme alle due donne ha fatto acquisti, destinati alle rom, per 513 euro nel supermercato Eurodespar di Azzano Decimo e per 181 euro nel supermercato Il Tulipano. 

Convinto dai militari che stava subendo un tentativo di truffa, l'uomo ha sporto denuncia. Tutta la merce recuperata è stata successivamente restituita all'anziano pensionato in qualità di avente diritto. Al contempo, è stato avviato un procedimento amministrativo per l'emissione nei confronti delle due truffatrici di un foglio di via con divieto di ritorno nel Comune di Azzano Decimo.

29 aprile 2012

LUI LA RIMPROVERA PER IL PARCHEGGIO,LEI GLI STRIZZA I TESTICOLI E LO UCCIDE

CINA- Morire per una "strizzata" ai testicoli? Incredibile ma vero. É
accaduto ad Haikou City, una città cinese dove un uomo di 42 anni è
stato aggredito da una donna. La donna stava cercando con il suo scooter
un parcheggio di fronte ad un negozio quando l'uomo ha iniziato a dirle
che non era possibile parcheggiare il motorino in quel punto. Ne è nato
un litigio nel quale la donna ha coinvolto il fratello e il marito. Come
testimonia un passante, dopo qualche minuto la donna ha «preso i
testicoli dell'uomo e li ha strizzati così forte e a lungo che l'uomo se
n'è andato. É collassato sul terreno per il dolore, ed è morto».
Nonostante la storia possa sembrare paradossale un urologo ha confermato
che, quanto avvenuto, è una conseguenza rara ma possibile, perchè «Il
dolore ai testicoli arriva all'addome basso e provoca un'interruzione
immediata di qualsiasi cosa si stia facendo, stramazzamento al suolo,
chiusura degli occhi e ritrazione delle ginocchia. In casi estremi,anche
l'infarto».

27 aprile 2012

Egitto: si potrà fare sesso con il cadavere della propria moglie

Una nuova norma in discussione introduce la possibilità di avere rapporti con il corpo della consorte morta da meno di sei ore

Fare sesso con la propria moglie morta. In tutto il mondo è necrofilia. In Egitto, presto, potrebbe diventare legale. Secondo quando riporta il Daily Mail, è stata inserita una nuova norma in un pacchetto di provvedimenti che il parlamento, a maggioranza islamica, voterà a giorni. L'unico limite è quello temporale: si potranno avere rapporti sessuali col cadavere della consorte solo entro le prime sei ore dopo il decesso. Alla legge è stato dato il grottesco nome di "Rapporto d'addio". Tra le altre norme in discussione, l'abbassamento dell'età matrimoniale a 14 anni e l'eliminazione del diritto per le donne di avere istruzione e impiego.
Polemiche furibonde - Subito si è scatenato un dibattito, con reazioni molto accese. Il consiglio nazionale egiziano per le donne ha afferma: "Queste leggi emarginano e indeboliscono la condizione delle donne incidendo negativamente sullo sviluppo del paese". Anche i media egiziani si sono schierati apertamente contro la legge. Il conduttore televisivo Jaber al-Qarmouty ha affermato il suo sdegno nei confronti del rapporto d’addio: "La questione è davvero seria. Sarebbe una catastrofe dare ai mariti un tale diritto sulle proprie mogli. Davvero la tendenza islamica si è spinta a tal punto? Ci sono davvero persone che la pensano in questo modo?". La notizia è in prima pagina su tutti i media egiziani, anche se c’è chi sostiene che la legge non esista e si tratti di un depistaggio operato da giornalisti leali all’ex presidente Mubarak.

20 aprile 2012

SCOPERTO CON LA MOGLIE DELL’AMICO SCAPPA SUL TETTO

ZERO BRANCO – La tipica scena da film: il marito che torna a casa mentre
la moglie è a letto con l'amico, che quindi scappa sul tetto seminudo
per non farsi trovare. In questo caso, però, il marito tradito l'ha
scoperto e da lì si sono definitivamente incrinati i rapporti.

La storia vede contrapposti due imprenditori edili di 45 anni, ora
entrambi denunciati per ricettazione, in quanto nel capannone che
condividevano per le loro attività è stata ritrovata una smerigliatrice
rubata. La levigatrice era stata rubata ad un negoziante di Scorzè.

Negoziante cui era arrivata a casa una lettera in cui gli si diceva che
la levigatrice era proprio in quel capannone. A recapitarla sarebbe
stato lo stesso "amico traditore", senza rendersi conto, però, che in
questo modo avrebbe inguaiato pure se stesso.

Il commerciante di Scorzè ha avvertito i carabinieri, che arrivati nel
capannone, appunto utilizzato da entrambi, e trovata la levigatrice
hanno formalizzato la denuncia per ricettazione nei confronti di tutti e
due.

Licenziato dall'azienda: vende casa, apre una ditta tutta sua e assume gli ex colleghi

PADOVA - Non si è arresto davanti al licenziamento ma si è rimboccato le
maniche e ha ricominciato da capo: prima la vendita della sua casa, poi
l'avvio di una nuova attività, la Omp Fili, con tanto di assunzione di
alcuni ex colleghi che, come lui, erano stati lasciati a casa. È una
storia di riscatto quella di Cristian Stangalini, ex direttore dello
stabilimento della Metal Welding Wire di Corezzola (Padova),
specializzata nella lavorazione del ferro.

Due anni fa Cristian, insieme a 42 fra operai e impiegati, è stato
lasciato a casa. Stangalini non si è dato per vinto: ha messo in vendita
la casa e con il ricavato ha affittato un capannone ad Arzegrande e i
macchinari per avviare una nuova attività, la Omp Fili. Con le commesse
sono arrivate anche le assunzioni per alcuni ex dipendenti. «Lavoriamo
sette giorni su sette, a ciclo continuo - racconta - . A gennaio abbiamo
fatturato 190mila euro, a marzo siamo arrivati a oltre 400mila».

Unico neo di questa favola a lieto fine il rapporto con il sistema del
credito. «Pensavo che di fronte al mio progetto, che prevedeva di
tornare a dare lavoro - accusa - ci fosse il favore delle banche del
territorio. Invece appena sentivano parlare di azienda "start up"
saltava tutto».

Furto hard: centinaia di reggiseni, slip e guêpière rubati da un negozio di intimo

VICENZA - Centinaia di reggiseni, assieme a slip e guêpière, per un
valore di oltre 30mila euro, sono stati rubati la notte scorsa da un
negozio di abbigliamento intimo di Thiene (Vicenza). I ladri, usando un
suv come un ariete, hanno sfondato una delle vetrine della boutique e
poi hanno fatto man bassa della merce immagazzinata.

Si tratta quasi sicuramente di un colpo su commissione, messo a segno da
malviventi organizzati per questo tipo di furti: durante il raid i ladri
hanno infatti bloccato con sbarre di ferro le porte d'ingresso di due
condomini a fianco dell'entrata principale del negozio, che si trova
all'interno di una galleria, per impedire che qualcuno potesse scendere
e dare l'allarme. Le indagini sul fatto sono svolte dai carabinieri di
Thiene.

16 aprile 2012

ROMA, RISSA FRA DONNE PER LE "CORNA":,MOGLIE, AMANTE E FIGLIA IN OSPEDALE

ROMA - Rissa in rosa a Roma, per una «questioni di corna». La lite è scoppiata in strada dopo che una donna ha sorpreso suo marito con l'amante e sua figlia nell'auto dell'uomo. Ad affrontarsi inizialmente sono state le due donne, sui 40 anni. Poi sono intervenute per i rinforzi le tre figlie 20/enni delle due 'contendentì. L'episodio è accaduto in via della Muratella. Ad attirare l'attenzione di una pattuglia della polizia municipale sono state le urla. Amante, moglie e rispettivefiglie sono rimaste lievemente ferite. Le due mamme, denunciate per rissa, sono state trasportate in due diverse ambulanze e in due ospedali diversi, una al Forlanini, l'altra al San Camillo, per medicare le ferite. Lo scopo era evitare che riscoppiasse la lite tra le barelle.

15 aprile 2012

Anziana prodigiosa: a 97 anni le rispuntano i denti

È proprio vero che da vecchi si torna bambini. Alla veneranda età di 97 anni, che compie giusto oggi, a Elena Novello sono spuntati i denti. Inizialmente uno, poi il secondo, quindi un terzo e un quarto, tutti sulla parte inferiore. Infine è nato anche il quinto, in alto. In un primo momento la nipote Elda Bruseghin stentava a crederci. Anche perché zia Elena aveva perso l’intera dentatura molti anni fa.

Elda si è pure rivolta a dei medici che, nel corso di questi ultimi mesi, hanno seguito la zia sia a casa che in ospedale, ma nessuno ha saputo darle una spiegazione scientifica.

Elena Novello vive nel Padovano, a San Giorgio delle Pertiche. L’anomala nascita dei denti, che sembrano proprio quelli da latte, è iniziata alcuni mesi fa. «L’anno scorso, in primavera, zia Elena si è ammalata seriamente», racconta la nipote Elda, «ed è stata ricoverata parecchio tempo. Quando è tornata a casa, non mangiava più. Così abbiamo cominciato a nutrirla con degli omogeneizzati. Sai mai se quei barattolini contengono troppe vitamine per la sua età?» si domanda la donna. «Ci è venuto questo sospetto».

Elena Novello, che non è in buonissime condizioni di salute, ha reagito con un po’ di fastidio alla novità. Ma certo non è il caso di ricorrere al dentista per l’estrazione. Incredulo anche un noto dentista padovano, Gianfranco Bruni, interpellato per un commento sulla vicenda. «Sono sorpreso» ammette Bruni esaminando le immagini di Elena Novello. «Non ho mai letto ne ho conoscenza di un fenomeno del genere. Basandomi sulla foto, dubito che possa trattarsi di estrazioni non corrette. Secondo me si tratta di denti veri, non di radici. Lo si evince già dal colore».

Quelli che sono spuntati alla novantasettenne sarebbero denticoli, dei germi soprannumerari. Potrebbero essere rimasti latenti per molto tempo e solo ora avrebbero trovato le condizioni per uscire.

«Evidentemente erano presenti nella mandibola, non possono essere spuntati dal nulla», conclude Bruni. «Lo smalto è bello bianco e se c’è lo smalto vuol dire che c’è una corona, quindi una radice. Il trofismo osseo sembra buono, da quel che si vede, bisognerebbe indagare meglio su questa stranezza per capirne di più. Ma gli omogeneizzati non c’entrano, sarebbero usciti lo stesso». Se qualche specialista volesse approfondire studiando il caso, la famiglia è disponibile.

14 aprile 2012

Sbatte contro la porta a vetri Scappa per la vergogna rapinatore maldestro

MILANO - Sarà diventato rosso dalla vergogna. Ma il volto era coperto
dal passamontagna. Venerdì pomeriggio un rapinatore (maldestro) ha
tentato una rapina in un farmacia di Milano, in via Civitali (zona sud
della città). Il bandito, con il volto coperto e in testa un cappellino
con la visiera, ha tentato di mettere a segno il colpo con convinzione:
ha mirato alla porta in vetro della farmacia, ha preso una lunga
rincorsa ma ha sbattuto contro la porta automatica trasparente che non
si è aperta. Oltre al dolore, avrà provato un grande vergogna. Tanta da
farlo scappare. Il farmacista, ha avvertito la polizia. Ha spiegato agli
agenti che per entrare è necessario citofonare, semplice. Evidentemente
il ladro maldestro non lo sapeva.

Sorpassa una Lamborghini e si ritrova a processo per violenza

Supera in autostrada, in A27, una Lamborghini costringendola a frenare e
a sterzare. Un sorpasso un po' azzardato, probabilmente. Certo è che la
conducente della Peugeot, una giovane donna di 35 anni, mai avrebbe
pensato di finire addirittura a processo per quella manovra. L'accusa?
Violenza privata: il reato previsto a carico di chi costringe qualcun
altro a fare qualcosa. In questo caso la giovane conducente, secondo
l'accusa, aveva costretto la Lamborghini nientemeno che a frenare. Lesa
maestà nei confronti della «regina» delle auto? Questo deve aver pensato
il proprietario del bolide, un medico di 59 anni in pensione originario
di Mestre e attualmente residente a Cortina, C.V. le sue iniziali. Che
dopo aver intercettato la conducente al casello di Treviso nord, le ha
contestato la manovra. Una contestazione tutt'altro che pacifica, visiti
i risultati: l'uomo ha infatti denunciato la trentacinquenne trevigiana,
C.M., alla magistratura, accusandola appunto di violenza privata.
L'altra mattina in tribunale a Treviso, davanti al giudice Angelo
Mascolo, si è tenuto il processo. La donna si è seduta sul banco degli
imputati e tutto è sembrata tranne che una «violenta» al volante. La
signora, come ha spiegato il suo legale, l'avvocato Stefano Pietrobon,
ha chiuso forse un po' troppo al momento di sorpassare e probabilmente è
rientrata troppo presto in corsia tagliando la strada alla Lamborghini.
Ma, manovre di questo tipo, ha precisato ancora il legale, sono frutto
di una sola cosa: l'imbranataggine. Altro che violenza privata. Insomma
non c'è stata volontà da parte della consulente della Peugeot di
costringere la Lamborghini a frenare, men che meno a sterzare. Una tesi
che ha convinto il giudice Mascolo il quale ha assolto la signora perché
«il fatto non costituisce reato». Costringere una Lamborgini a
rallentare, grazieadio, non è ancora questione penale.

13 aprile 2012

Sesso appartati in auto Maxi multa da 11.250 euro

Li hanno sorpresi proprio sul più bello: entrambi nudi, lui e lei, sul
sedile del passeggero della Golf trasformata in alcova. Prima
l'imbarazzo, poi le imprecazione, infine documenti, identificazione,
denuncia. Ora arriva anche il conto salatissimo della giustizia: lui,
trevigiano, 42 anni, pur di non macchiarsi la fedina penale con una
condanna a un mese e 15 giorni per atti osceni in luogo pubblico, ha
deciso di convertire la pena in pecuniaria. Ed è stata una mazzata:
11.250 euro. Alla faccia del sesso a pagamento.

La coppia è stata sorpresa da una pattuglia in via Marocchesa, a Mogliano.

6 aprile 2012

PERDONO I SOLDI PER STRADA DOPO LA RAPINA: PASSANTI SCATENATI

RAVENNA - Una rapina con parte del bottino che durante la fuga si è smarrito per le strade del centro e i passanti che si sono lanciati per recuperare le banconote svolazzanti. È quanto, secondo diversi testimoni, è accaduto a Ravenna dove alla filiale della banca dei Monte dei Paschi di Siena - che si trova nella centralissima via Gardini - verso le 11.30 due malviventi con il volto parzialmente coperto si sono fatti consegnare un bottino non ancora quantificato (ammonterebbe a poco meno di 10.000 euro) e poi sono fuggiti in a bordo di uno scooter risultato rubato a Bologna. Non è chiaro se i due fossero armati. In ogni modo nella vicina via Guidone parte della refurtiva è caduta per strada. I due sono allora tornati indietro, ma solo per recuperare un cappellino che era caduto con il bottino. E poi hanno continuato la fuga. Intanto alcuni passanti hanno recuperato le banconote, tutte di piccolo taglio. Non si sa quante di queste siano state restituite alla banca: in tarda mattinata lo aveva fatto solo una signora che aveva recuperato una ventina di euro. Sul fronte delle indagini, i filmati del circuito di videosorveglianza della banca sono già stati acquisiti dall' apposita sezione della squadra Mobile di Polizia.
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5 aprile 2012

Finge un sequestro per poter organizzare un orgia con la moglie


Secondo la versione del trentaduenne Geries Fakhoury di Orland Park, Illinois, un uomo ed una donna (identificati poi come Thomas Chatham e Shina Tousant,) avrebbero fatto irruzione in casa sua, minacciandolo con un cacciavite , costringendolo poi a prelevare 800 dollari da uno sportello bancomat, poi l’avrebbero riportato a casa, gli avrebbero fatto fumare del crack e poi costretto a svegliare la moglie, con l’intenzione di fare sesso con lei.
La donna però, si è allarmata (comprensibilmente, ci sembra…) quando si è svegliata ed ha visto, oltre al marito, uno sconosciuto in mutande nella camera da letto. Ha minacciato di chiamare la polizia, ma il marito glie lo ha impedito, sostenendo di essere minacciato. La donna però ha finto un malore e ha mandato in bianco i due uomini.
Solo dopo che Chatham e la Tousant se ne sono andati, la donna ha chiamato la polizia. Sulle prime, Fakhoury ha confermato nuovamente la sua versione del sequestro e della rapina ma, sotto la pressione degli agenti (che non erano convinti della storia), ha poi ammesso che era lui l’organizzatore di tutto, e lo scopo era organizzare una sessione di sesso a quattro con la partecipazione anche della sua ignara moglie: gli 800 dollari, inoltre, non erano stati rapinati, ma erano il compenso che aveva offerto a Chatham e la Tousant per l’orgia.
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25 febbraio 2012

Raggirato su Facebook: la casa si riempe di zingari

Conosce una ragazza su Facebook e inizia con lei una relazione virtuale.
Che, piano piano, si trasforma in qualcosa di più concreto al punto che
i due si danno appuntamento e si incontrano.
In quell'occasione lei gli spiega di avere problemi con l'affitto di
casa e lui si offre di ospitarla temporaneamente.
Risultato? La ragazza arriva prima con un bimbo di pochi mesi, poi con
un ragazzo che presenta come suo fratello e infine con l'intera sua
famiglia.
Una famiglia di nomadi che spodesta l'uomo dalla sua abitazione e
comincia anche a chiedergli soldi, stando almeno alle accuse della Procura.
L'altra mattina davanti al giudice dell'udienza preliminare Silvio Maras
sono comparsi la giovane, Giada Ciarelli di 21 anni e il suo presunto
fratello, Roberto Durdevich di 24 anni, che in realtà è risultato essere
il marito.
L'accusa per entrambi, difesi rispettivamente dagli avvocati Fabio
Venturino e Maurizio Curini, è di circonvenzione d'incapace e di tentata
estorsione.
Secondo gli investigatori Z.L. di 38 anni soffre di un lieve disturbo
mentale: una situazione che avrebbe permesso al «clan» della ragazza di
raggirarlo imponendosi nella sua casa e chiedendogli addirittura del denaro.
Giada Ciarelli, sostiene l'accusa, avrebbe agganciato l'uomo la scorsa
estate contattandolo via Facebook. Tra i due sarebbe nata così una
relazione virtuale che avrebbe portato anche ad un incontro. «Ho
problemi con l'affitto, in questo momento non so dove andare», avrebbe
spiegato la giovane a Z.L. L'uomo, per tutta risposta, le avrebbe
offerto temporanea ospitalità a casa sua. La ragazza si è presentata con
un bimbo di pochi mesi e Z.L., naturalmente, li ha accolti entrambi.
Ma non è finita qui: qualche giorno dopo è arrivato anche un giovane,
Roberto Durdevich, presentato da Giada Ciarelli come suo fratello ma
risultato appunto essere il marito. E poi, alla spicciolata, hanno preso
possesso della casa altri familiari della giovane: 5, a volte 6 persone.
In breve: Z.L. si è trovato in casa un'intera famiglia.
E i rapporti si sono fatti difficili quando Durdevich ha contestato a
Z.L. di aver avuto un rapporto sessuale con la giovane e ha cominciato a
chiedere i soldi per mantenere l'eventuale prole che da quella relazione
sarebbe nata. Z.L. ha trovato infine la forza di reagire e chiedere
aiuto ai vigili urbani di Preganziol:è scattata così la denuncia del
clan che giovedì mattina è comparso davanti al gup.

20 febbraio 2012

Sfascia un autovelox a colpi di bastone: era convinto di essere stato multato

TRENTO - Convinto di essere stato multato più volte per eccesso di
velocità, un automobilista ventisettenne di Tuenno (Trento), alterato
dall'alcol, ha distrutto a colpi di bastone un autovelox montato da poco
dal Comune, situato in val di Non.

Il giovane, sorpreso di notte dai carabinieri di Cles, è stato
denunciato per danneggiamento aggravato. Già due volte in passato era
stato denunciato per guida in stato di ebbrezza, e una volta condannato
dal Tribunale di Trento per lo stesso motivo.

Il nuovo autovelox, del tipo "Speed Check", era stato montato in via
Maistrelli, dove spesso gli automobilisti raggiungono velocità elevate,
fino a 120 all'ora. Ora, con l'apparecchio distrutto, il Comune di
Tuenno è intenzionato a costituirsi parte civile contro l'automobilista
e chiedere il risarcimento danni.

14 febbraio 2012

ACCUSATO DI STUPRO, SI DIFENDE: "HO IL PENE TROPPO PICCOLO"

BULAWAYO - Un uomo accusato di aver stuprato una ragazza si è difeso in
tribunale affermando, come alibi, di avere il pene troppo piccolo. E'
successo nello Zimbabwe, a Bulawayo: protagonista un 34enne, Joel
Ndebele, accusato nell'agosto dello scorso anno di aver violentato la
sua ex fidanzata.
L'uomo, in carcere per altri reati dal dicembre del 2010 e scarcerato ad
agosto, il 7 del mese andò a trovare la sua fidanzata, che nel frattempo
aveva una relazione con un altro uomo. Ndebele le chiese di andare a
casa sua per parlarne, ma davanti al rifiuto, aggredì sia il compagno
che la donna, portando la stessa nel suo appartamento, dove secondo
l'accusa la stuprò per due volte. All'indomani, la denuncia da parte
della vittima, e il processo è in corso. E proprio durante il processo
il 34enne ha stupito la giuria affermando di essere troppo poco "dotato"
per poter avere un rapporto sessuale completo. Il pubblico ministero ha
chiesto alla corte di far visitare l'imputato da alcuni medici per
"verificare" che la versione sia esatta. Nel frattempo il presunto
stupratore resta in carcere.

DISTRUGGONO L'AUTO DELLA RIVALE,13ENNI PREMIATI COL SESSO

LONDRA - Li ha voluti premiare per aver distrutto l'auto dell'amante del
fidanzato. Così Davina Travi, una 42enne madre di cinque figli della
contea inglese di Dorset, ha ben pensato di premiare due ragazzini di 13
e 14 anni con il sesso. L'accordo era chiaro: "Voi le distruggete la
Peugeot 306, io faccio sesso con voi a casa mia, servizio completo".
Questa la ricostruzione della corte, che ha disposto l'arresto della donna.
Del resto pare che alla signorina Davina non dispiacesse affatto
premiare i ragazzi, visto che sono seguite altre visite, dove oltre alle
coccole dispensava loro alcol e sigarette. Il tutto condito da ben 548
tra sms e chiamate altamente hot nel giro di una settimana, facilmente
rintracciabili dalla polizia.

Trova la casa dell'anziana madre invasa dagli amici ubriachi della badante

PADOVA - È convinta che la madre sia in buone mani. Poi la terribile
scoperta. Qualcuno ha abusato della fiducia della famiglia per
trasformare la casa di un'anziana signora in un ritrovo di sbandati. Una
sconcertante storia di degrado e microcriminalità emerge nel quartiere
Santa Rita dal racconto di Nadia Novello, figlia di Adriana Magnolato,
90 anni, residente in via Vergerio 23.

«Venerdì scorso alle 20.45 ho ricevuto la telefonata di un amico che si
trovava vicino a casa di mia madre - racconta ancora agitata Nadia
Novello - mi ha riferito che tre individui sospetti stavano andando a
trovare la badante di mia madre». La figlia, intuendo che qualcosa non
andava, da via Facciolati dove abita, si è recata prontamente a casa
della madre.

«Ho trovato mia madre a letto sedata, due uomini in cucina ubriachi
fradici e una donna, sempre moldava, in bagno seminuda. Ho urlato, ho
detto loro di andare via subito e questi sono scappati». È rimasta in
casa solo la badante, tale Liuba, 54 anni, che lavorava da Adriana
Magnolato da appena un mese e mezzo. «Le ho chiesto cosa stesse
accadendo e lei non è stata in grado di rispondermi. Allora ho chiamato
il 113 e prontamente una Volante è venuta a casa di mia madre. Hanno
interrogato Liuba, poi le ho detto di prendere tutta la sua roba e di
andarsene».

La badante aveva un corrispettivo di 844 euro al mese, più vitto e,
alloggio. Nadia Novello è sconcertata: «Mia madre, già malata, poteva
morire per la dose eccessiva di sonniferi che le hanno somministrato e
per lo spavento che ha dovuto patire venerdì sera. Già da giorni mi
diceva che non le piaceva la badante attuale, dovevo crederle subito».

Le indagini sono ora rivolte ad identificare i tre soggetti moldavi che
hanno gozzovigliato a casa dell'anziana signora. Secondo le prime
indiscrezioni, si muoverebbero nei paraggi. Sarebbero stati visti più
volte in zona in atteggiamenti poco edificanti. Nadia Novello: «Facevo
tutti i giorni la spesa, questa badante mi chiedeva sempre alimenti e
articoli per la casa in eccesso. Ora capisco dove finiva ciò che
compravo. Sono disgustata. E la cosa che più mi ha fatto male - ha
concluso - è vedere il degrado che questa gentaglia ha creato in poco
tempo nell'appartamento dove vive mia madre».

13 febbraio 2012

PRESTAZIONI IN CAMBIO DEL POSTO FISSO

Le offre un posto per 1.300 euro al mese e poi le chiede di andare a letto
colloquio124.jpg

TREVISO - Le offre 1.300 euro al mese e un posto fisso, le chiede che
studi ha fatto ma, poi, passa a domande piccanti, le chiede la misura di
reggiseno, come le piace fare sesso e di andare a letto con lui.

E' la storia di una 29enne alla ricerca di un posto di lavoro e
dell'ennesimo colloquio finito con una richiesta di andare a letto con
il manager in cambio di un posto fisso.

La denuncia pubblica di quanto accaduto la racconta la stessa giovane
sulle pagine del Gazzettino. Racconta di quel colloquio in cui aveva
riposto ogni speranza, un colloquio finito con una richiesta esplicita
di sesso. Una proposta a cui la ragazza ha detto di no. "Piuttosto che
cedere a queste richieste preferisco rimanere disoccupata" afferma.

11 febbraio 2012

Vendeva Ferrari, Audi e Maserati, ma tutte in nero: evasione fiscale milionaria

VENEZIA - Più di centocinquanta auto di grossa cilindrata vendute in tre
anni. Veri e propri bolidi da collezione: Ferrari, Bmv, Audi, Volvo e
anche Maserati. Ma la società era sconosciuta al Fisco: il titolare,
F.C. di 40 anni, risiede al Lido di Venezia e la sede della società era
nella sua abitazione privata, nella zona di San Nicolò.

Da qui partivano ordinativi per tutto il nord Italia, in particolare
nella zona del Trevigiano, prontamente soddisfatti. È quanto ha portato
alla ribalta la Brigata del Lido della Guardia di Finanza, comandata dal
luogotenente Luigi D'Aco. Nel triennio, dal 2006 al 2008, questa società
aveva fatto affari d'oro: oltre 6,1 milioni di euro di ricavi, suddivisi
in tre annualità, da cui è poi scaturita un'Iva dovuta, ma non versata,
per oltre due milioni di euro.

Nel primo anno erano stati dichiarati ricavi inferiori a quelli
effettivamente incassati, nei successivi due, la dichiarazione dei
redditi era stata completamente omessa. Tutto è stato scoperto
attraverso accertamenti bancari. I primi sospetti delle Fiamme gialle
erano scattati perchè la società risultava non più attiva ma sempre
formalmente esistente, con sede del titolare al Lido di Venezia.

F.C. non operava da solo, ma con il sostegno di altri due collaboratori,
attivi nella zona della Marca. Tutti e tre, pur con responsabilità e
ruoli diversi, sono stati denunciati, secondo le norme di polizia
tributaria, per dichiarazione dei redditi inferiore e poi completamente
omessa. Rischiano una pena fino ad un massimo di 5 anni di reclusione.
Dal punto di vista della sanzione economica è in arrivo una stangata da
4 a 8 milioni di euro.

7 febbraio 2012

La polizia lo chiama dopo una retata,e scopre che la moglie è una prostituta

TREVISO - L'unica fonte di guadagno è il mestiere della moglie,
diventata prostituta per necessità. Una situazione insostenibile per un
artigiano edile disoccupato, di Castelfranco (Treviso), che oggi ha
lanciato un appello ai microfoni di una tv regionale chiedendo un lavoro
per poter "salvare" la consorte.
«Aiutatemi a trovare un lavoro per togliere mia moglie dalla strada» ha
detto l'uomo, 44 anni, all'emittente Antenna Tre Nordest. Da un anno per
sbarcare il lunario la donna si prostituisce tra la strada Castellana e
il Vicentino. A lui aveva detto che aveva trovato un impiego, ma l'amara
verità il marito l'ha scoperta quando è stato chiamato una sera dalla
questura di Vicenza.
In una retata antilucciole avevano trovato anche sua moglie. «Non
trovavo lavoro - ha proseguito il racconto il 44enne - e lei mi ha
salvato durante un tentativo di suicidio. Pochi giorni dopo mi ha detto
di essere stata assunta come badante per dei turni notturni. Invece ho
scoperto che si prostituiva perché era finita in una retata delle forze
dell' ordine».
Eppure, ammette l'uomo, senza i soldi che la moglie mette insieme
vendendosi in strada la famiglia non avrebbe altro. «Sono disposto a
fare qualsiasi lavoro - ha concluso l'artigiano - ma finora le ditte a
cui mi sono rivolto mi hanno respinto, dicendo che a 44 anni sono troppo
vecchio, nonostante abbia un'esperienza di trent'anni nell'edilizia».

5 febbraio 2012

La Cina vieta l'imene artificiale Le promesse spose nel panico

Le autorità sospendono la vendita di una membrana che rilascia liquido
rosso al momento del rapporto simulando la verginità Le relazioni
matrimoniali non sono ben viste e allora tra le giovani cinesi sta
spopolando l'imene artificiale. Si tratta di una membrana gelatinosa che
rilascia del liquido rosso al momento del rapporto: in questo modo le
ragazze possono fingere la rottura dell'imene vero e 'garantendo' la
verginità della donna che pare l'uomo cinese pretenda ancora.
L'imene artificiale fino a qualche giorno fa si poteva acquistare
direttamente on line. Ma le autorità di Pechino lo hanno ritirato dal
mercato dopo che un team di esperti lo ha dichiarato pericoloso per il
fatto di contenere sostanze che possono causare serie infezioni. Sulla
confezione, c'è scritto che il prodotto non solo "ripristina il
divertimento nel matrimonio delle donne" ma anche che "previene
infezioni batteriche, elimina gli odori, promuove il metabolismo delle
donne, migliora la vita sessuale e migliora la qualità della vita
coniugale". La notizia del ritiro dal commercio dell'imene artificiciale
ha scatenato i commenti di protesta di molte ragazze che su internet
chiedono se si riesce a trovare il prodotto al mercato nero, bypassando
i divieti della vendita online. Fino ad ora veniva venduto sul portale
commerciale più famoso di Cina, Taobao, a 37 yuan, circa 4 euro, più
spese di spedizione.  

4 febbraio 2012

Per 15 anni ha incassato la pensione,della mamma morta: 1.100 euro al mese

BOLZANO - Ogni mese passava regolarmente in banca per incassare la
pensione della mamma, 1.100 euro al mese. Peccato che la donna fosse
morta da ben 15 anni. L'uomo ora dovrà rispondere di truffa aggravata e
continuata.

Il fatto è avvenuto a Bolzano. L'uomo si presentava con una carta
d'identità della madre, risultata poi scaduta, dicendo che l'anziana non
poteva presentarsi perché ricoverata in una casa di riposo in Austria.
Un controllo ha permesso di verificare che, in realtà, la donna era
morta già nel 1997.

30 gennaio 2012

Lo adesca in rete, si fa fare la spesa e poi lo molla in strada

Si erano conosciti in rete. Una relazione come altre giocata su
ammiccamenti, galanterie, doppi sensi. Lui non pensava che alla fine la
sua fiamma l'avrebbe raggirato lasciandolo come un palo per due ore in
mezzo alla strada.
Lui è un 28enne di Tessera. Lei una ragazza trevigiana (almeno così ha
riferito). I due, dopo tante chat, avevano deciso di darsi appuntamento
per un pomeriggio insieme, con cena. Quando si sono trovati l'uno
davanti all'altra però la ragazza ha chiesto scusa, dicendo di dover
assolutamente fare la spesa. Lui, galante, l'ha accompagnata, e si è
reso disponibile a pagare il conto quando la donna, con aria
imbarazzata, davanti alla casa ha ammesso di non avere il portafogli.
«Grazie mille – ha detto davanti al bel gesto di lui –tanto appena esco
te li ridò al primo bancomat».
Una volta fuori dal market, la ragazza ha insistito per andare a
depositare la merce a casa «qui vicino» invitando il veneziano a non
seguirla, ma attenderla cinque minuti al vicino distributore, «che poi
andiamo via insieme».
Due ore dopo, quando ha capito che forse non sarebbe mai arrivata, ha
deciso di chiamare il 113 e raccontare l'accaduto. al cellulare della
sua fiamma però rispondeva un uomo.

24 gennaio 2012

Secondino ruba la fidanzata al detenuto

Lei, lui e l'altro. Il triangolo è il solito, piuttosto insolito invece
il ruolo dei due rivali in amore: detenuto il primo, carceriere il
secondo. L'inedito ménage è venuto alla luce l'altra mattina in aula,
nel corso di un processo che ha riservato più di un colpo di scena.

Si tratta dell'udienza a carico di due ex «inquilini» di Santa Bona:
l'assistente di polizia penitenziaria Roberto Gallinaro,
trentaquattrenne di Giavera difeso dallo studio Murgia e il detenuto
napoletano Raffaelle De Pasquale, 39 anni, assistito dall'avvocato Marco
Vocaturo. Ad accumunarli, fino all'altra mattina, sembrava esserci solo
il procedimento giudiziario per corruzione in corso davanti al tribunale
di Treviso: il secondino, stando alle accuse, avrebbe prestato il suo
cellulare al carcerato per consentirgli di telefonare alla fidanzata a
casa; De Pasquale lo avrebbe ricambiato regalandogli orologi.

A unire i due, però, c'è anche qualcos'altro. Meglio, qualcun altro: la
stessa donna. O, perlomeno, è quello che lei ha dichiarato in aula
lasciando di stucco il compagno ufficiale, il detenuto, e piuttosto
sorpreso il giudice il quale ha voluto sincerarsi di aver afferrato bene
il concetto e per questo ha chiesto alla signora: «Ma lei stava con
tutti e due?».

A svelare il triangolo amoroso sono stati i tabulati telefonici disposti
dalla Procura sul telefonino del secondino. Il numero in assoluto più
digitato è risultato essere quello della signora in questione, una
piacente padovana legata sentimentalmente da anni a De Pasquale. Gli
investigatori hanno contato circa 500 tra chiamate e messaggi a l numero
di lei nel giro di quattro mesi, che significa più di quattro contatti
al giorno. Cifre da capogiro, l'esempio di un grande amore che sfida i
divieti carcerari (proibitissime le chiamate all'esterno) e che resiste
anche dietro le sbarre. Ricostruita così sarebbe stata un bell'esempio
di storia romantica.

Ma che si trattasse di qualcos'altro lo ha svelato la destinataria delle
telefonate, chiamata a testimoniare l'altra mattina in aula: sì il mio
compagno mi ha chiamata - ha ammesso - ma lo avrà fatto quattro o cinque
volte nel giro di mesi. Inevitabile la domanda successiva: e le altre
495 volte? «Ah, quelle me le ha fatte l'assistente di polizia
penitenziaria». Gelo in aula.

La donna ha così raccontato che andando a colloquio con il compagno, ha
conosciuto il secondino. Ne è nata un'amicizia, sono cominciati gli
scambi via cellulare: sms e telefonate. A questo punto è arrivata la
domanda del giudice: scusi, ma lei stava con entrambi? La signora ha
abbozzato: «La relazione col mio compagno stava finendo... con la
guardia era solo un rapporto telefonico...». Quale che sia la verità,
non sta alla magistratura accertarla.

Compito della Procura, invece, sarà di far luce sull'altro colpo di
scena riservato dalla stessa udienza: un detenuto, teste del pm, ha
sostenuto che le accuse da lui inizialmente mosse contro il secondino
erano false e che era stato spinto a farle dall'allora comandante delle
guardie del carcere in cambio di un lavoro.

Il giudice ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per
verificare l'accaduto.

Toglie i risparmi dalla banca, anziano derubato di 100.000 €

Negli uffici della questura, lunedì mattina, è stata fatta una denuncia
molto particolare. Un anziano, residente a Città Giardino a Treviso, ha
raccontato che nelle scorse settimane si era presentato allo sportello
della sua banca per chiudere il conto corrente. Le notizie sulla crisi
economica e sul possibile crollo del sistema bancario, lo avevano
indotto a portare tutti i suoi risparmi, 100.000 euro circa, a casa. Qui
aveva infatti deciso di dividere il suo tesoro in due diversi nascondigli.
Lunedì mattina si è però accorto che entrambi i luoghi erano vuoti. Si è
quindi presentato in questura per presentare denuncia. Agli agenti ha
detto che negli ultimi giorni nessuna persona sospetta era entrata in
casa e che nessuno era a conoscenza dei suoi nascondigli. Gli agenti
stanno ora provvedendo a ricostruire l'intera vicenda nella speranza di
risolvere l'intera vicenda.

Palpate in coda al cinema, donne furiose circondano 53enne che se la vede brutta

TREVISO - Si è messo disciplinatamente in coda, alla biglietteria del
Cinecity di Silea, per acquistare un biglietto e assistere alla
proiezione di un film. Domenica pomeriggio, cinema pieno di gente.
Genitori con i figli, coppiette, ragazzi. Una calca perfetta per
nascondere le reali intenzioni di quel 53enne, nato a Modena ma
residente a Padova. Perchè lui, D.M., non era per nulla interessato alle
pellicole con i divi del momento. Approfittava della ressa per allungare
le mani e toccare il "lato B" delle donne in coda davanti a lui. Non una
o due volte. Ma più e più volte. Tanto è vero che cambiava fila,
fingendo indecisione, per non lasciarsi scappare nemmeno un posteriore.

Il "palpeggiatore seriale", sceglieva le sue vittime fra le giovani
carine e con indumenti attillati. Ma è stato alla fine smascherato. Ad
insospettirsi una brasiliana 35enne che domenica, alle 16.15, era in
coda con i due figlioletti. All'inizio pensava fossero i piccoli a
strusciarsi addosso. Poi, ha capito e ha fulminato l'uomo che,
prontamente, ha ritirato la mano nascondendola sotto il giaccone.
Peccato che, la donna, l'abbia rivisto in azione cinque minuti dopo, al
bar, con una trevigiana 49enne. A quel punto è scoppiata. Ha cominciato
a inveire nei confronti dell'uomo dalla mano morta e, a lei, si è unita
l'altra trevigiana e, poi, altre donne che avevano subìto lo stesso
trattamento.

Il chiasso ha richiamato immediatamente il personale della vigilianza e
il direttore del Cinecity. È stato quest'ultimo a telefonare alle
Volanti che, intervenute sul posto, hanno visto il 53enne all'angolo,
che era stato costretto a sedersi su un divanetto, circondato da donne
furibonde. Ad un controllo degli agenti della polizia l'uomo è risultato
già segnalato per fatti simili. A quel punto, però, nessuna delle donne
ha sporto querela e il "palpeggiatore" è stato invitato a lasciare il
cinema.

20 gennaio 2012

E’ donna l’ubriaca da record: causa incidente, alcol a 3,8

Quando è arrivata la polizia era semi-sdraiata a terra, in maglietta, e
parlava al cellulare con -2gradi
Alcoltest da record due giorni da a Quinto di Treviso dove una donna è
stata scoperta con un tasso alcolico oltre 6 volte sopra il limite. Ad
accertare l'incredibile ubriachezza della donna, bidella in un istituto
professionale della provincia, sono stati gli esami disposti dalla
Polstrada dopo l'incidente.
Tutto è avvenuto poco prima delle 20 in via Padovani. La donna, alla
guida di una Renault, ha sbandato ed è andata ad urtare una Bmw che
arrivava in senso opposto. Complice la nebbia certo, ma quando gli
agenti sono arrivati sul posto per rilevare l'incidente ed hanno
scoperto la donna, in maglietta, che parlava tranquillamente al
cellulare semi sdraiata sul bordo della strada, hanno avuto un sospetto.
Chiamata l'ambulanza del Suem, hanno richiesto l'esame alcolemico.
Risultato? 3,81. Un record. Immediato il sequestro della macchina ai
fini della confisca, la distruzione della patente e la denuncia penale.
Rischia una multa milionaria oltre al carcere.

19 gennaio 2012

Brillo si schianta in Jaguar: multa-record da 46.500 €

Noto imprenditore tradito da un bicchiere di troppo, via la patente per
3 anni Il sindaco Azzolini lo difende: «Pena spropositata, è un
benefattore della città»

La pena inflitta dal tribunale di Treviso ha fatto tremare le vene ai
polsi di un noto imprenditore moglianese, oggi residente nel Veneziano.
Con il decreto di condanna che risale ad alcune settimane fa, emesso dal
gip Silvio Maras, si raggiunge probabilmente una delle ammende più alte
mai registrate nella Marca per reati di questo tipo.
I fatti risalgono al maggio dell'anno scorso: il settantenne, alla guida
della sua coupè Jaguar, urta leggermente un veicolo fermo al semaforo.
I danni sono lievi ma sul posto vengono chiamati comunque i carabinieri
della stazione di Mogliano.
Il livello di tasso alcolemico nel sangue del conducente, rilevato
successivamente, risulta essere più di tre volte superiore a quello
consentito per legge, che è di 0,50 grammi per litro, 1,70 e oltre per
la precisione.
Scatta così oltre alla sanzione amministrativa anche la denuncia penale
e la trafila giudiziaria.
La serata passata per una cena in compagnia di amici, alzando un po' il
gomito e mettendosi certamente troppo presto alla guida della propria
vettura sportiva, è costata molto cara all'imprenditore.
Il verdetto del giudice arriva quattro mesi dopo la serata galeotta: i
180 giorni di arresto inflitti all'anziano vengono convertiti in un
ammenda di 45mila euro a cui si aggiunge la sanzione di 1500 euro e si
raggiunge così la cifra da capogiro.
La conversione della pena detentiva in pena pecuniaria avviene infatti
calcolando 250 euro al giorno.
Si tratta con tutta probabilità di una delle più severe mai inflitte
nell'intera provincia di Treviso. La pena è stata sospesa per effetto
della condizionale, ma rimane oltre alle sospensione di un anno della
patente, già decisa dalla prefettura, anche la revoca del documento di
guida per tre anni.
L'uomo avrà così la possibilità di riconseguire la propria patente solo
da maggio 2014.

«Non eri vergine al matrimonio»: 36enne condannato a 4 mesi di carcere per ingiurie

Il litigio in un locale. L'uomo avrebbe minacciato di picchiare la
moglie. La donna ha presentato un certificato medico al giudice

TRENTO - Aveva accusato in pubblico la moglie di non essere arrivata
vergine al matrimonio, insultandola. Per questo un marocchino è stato
condannato dal Tribunale di Trento a quattro mesi di reclusione per
ingiurie. Il nordafricano, di 36 anni, è comparso davanti al giudice per
un episodio avvenuto nel maggio 2010 in un locale di Trento che vende kebab.

Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe minacciato di picchiare la moglie,
anch'essa marocchina, impedendole di uscire dal locale, e avrebbe
urlato, in arabo, che la donna aveva avuto rapporti sessuali prima delle
nozze, contravvenendo ad un accordo prematrimoniale. Minacce
accompagnate da accuse di essere una prostituta.

Secondo quanto denunciato dalla donna, che ha difeso la propria
illibatezza presentando al giudice un certificato medico, questo sarebbe
stato solo uno di tanti episodi violenti e intimidatori di cui sarebbe
stata vittima. Per questo sul marito pesano altri procedimenti penali
per maltrattamenti e violenza sessuale.

18 gennaio 2012

INCIDENTE IN BICI, 2 MESI DOPO RITIRO PATENTE E DENUNCIA: AVEVA FUMATO

VILLORBA – Stava pedalando in sella alla sua bicicletta quando un'auto
gli ha tagliato la strada facendolo finire a terra.
Era il 15 novembre scorso, l'incidente si era verificato a Villorba. Il
23enne trevigiano, che stava andando dritto per la sua strada e non era
stato ritenuto responsabile dell'incidente, era stato sottoposto a degli
esami di accertamento di routine dalla polizia stradale.
A distanza di due mesi è arrivato il responso: al momento dell'incidente
era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, in particolare cannabinoidi.
In pratica si era fumato uno spinello, ma non credeva che potesse
costargli così caro: la patente gli è stata ritirata ed è stato
denunciato per guida (la bici è un mezzo al pari di un'auto) sotto
l'effetto di stupefacenti.

Usa, preservativo obbligatorio per gli attori nei film porno

SACRAMENTO – Gli attori di film porno a Los Angeles dovranno utilizzare
obbligatoriamente i preservativi. Lo prevede un ordinanza approvata
martedì dal comune della città californiana
che ora deve ottenere la firma del sindaco. Prima che la misura entri in
vigore il Comune ha ordinato a funzionari di polizia e procuratori della
città di studiare come potrebbe essere applicata. Lo riferisce la Fox news.

La decisione è stata adottata ieri, senza una discussione pubblica,
proprio nel giorno in cui la maggior parte dei big del porno americano,
che ha la sua capitale proprio a Los Angeles, erano a Las Vegas per
preparare l'inaugurazione dell'Adult Entertainment Expo, la più grande
fiera del mondo del cinem a luci rosse.

L'industria del porno ha condannato il nuovo obbligo, definendolo un
inutile esercizio di correttezza politica che non si potrà far
rispettare. «La sola cosa che la città potrebbe potenzialmente ottenere
è perdere i soldi dei permessi per girare i film e allontanare alcune
produzioni. Di sicuro non puoi obbligare una industria a creare un
prodotto che il mercato non vuole», ha detto a Fox Christian Mann,
numero uno di Evil Angel Productions, uno dei più grandi produttori di
film porno.

14 gennaio 2012

A SPASSO COL PASSAMONTAGNA, SCATTA L’ALLARME RAPINA

Dei passanti hanno chiamato i carabinieri. Ma non era un criminale,
l'anziano aveva solo il raffreddore
passamontagna.jpg
QUINTO – Passeggiava tranquillamente sul marciapiedi e si faceva gli
affari suoi. Mai si sarebbe immaginato di ritrovarsi all'improvviso con
due pattuglie dei carabinieri che gli puntavano contro le pistole e
chiedevano di alzare le mani lentamente.
Aveva fatto l'errore di uscire di casa indossando un passamontagna, come
quelli che utilizzano i rapinatori, e passeggiare vicino al supermercato
"Boom", in via Noalese a Quinto di Treviso.
Protagonista della vicenda un uomo di 68 anni. Aveva il raffreddore ed
aveva pensato di ripararsi dal freddo pungente di questi giorni
indossando appunto il passamontagna. Dei passanti, però, vedendolo
passeggiare vicino al supermercato hanno pensato si potesse trattare di
un rapinatore ed hanno chiamato il 113.
Immediatamente è scattato il protocollo previsto nei casi di rapina: si
sono mosse le due pattuglie a sirene spiegate, che in pochi minuti sono
arrivati sul posto. Individuato l'uomo sospetto hanno fermato le
macchine, i carabinieri si sono appostati riparandosi con le portiere
delle auto.
A quel punto hanno richiesto all'anziano di togliersi lentamente il
passamontagna. Lui ha obbedito. Quando hanno visto chi era, un uomo
conosciuto in paese ed una persona per bene, hanno capito che si
trattava di un malinteso. Hanno richiesto perché portasse il
passamontagna: «Ho il raffreddore ed ho freddo…», ha risposto.
Gli hanno chiesto di vuotare le tasche. Dentro non c'era una pistola, ma
solo dei fazzolettini di carta, alcuni dei quali già usati. I
carabinieri ne hanno preso atto ed hanno invitato l'uomo a non girare
col passamontagna nei pressi di esercizi commerciali.